Submerged

submerged logoCon l’acqua alla gola

Puntualmente, con l’arrivo dell’estate, l’immaginaria vetrina del mercato videoludico è piuttosto spoglia delle grandi produzioni, motivo per cui spesso la scena indie coglie l’occasione per attirare l’attenzione più del solito. Stavolta, per questi primi giorni di Agosto, a rappresentare una delle uscite potenzialmente più interessanti è Submerged, particolare titolo sviluppato da Uppercut Games (in uscita su PC, PS4 e Xbox One) che si va a collocare nel difficile e imprevedibile genere delle avventure combat-free. Si tratta appunto di un settore che solitamente ammette poche sfumature, specialmente se si decide di impostare l’intero gioco intorno alla storia che si vuole raccontare, come nel caso di Submerged. Da una parte emerge il rischio di poter incorrere nella monotonia, dall’altra invece si spera di riuscire a coinvolgere appieno il giocatore nel mondo di gioco che si è costruito. La si potrebbe definire come un’esperienza videoludica, magari più lontana dal classico concetto di videogioco definito in origine, ma non per questo meno valida e appagante nonostante la mancanza di una vera e propria sfida.

Submerged è una storia, o meglio, una doppia storia. O la fusione di due di esse: quella di una città in balia dell’oceano e quella di Miku (la ragazza che impersoneremo) e del fratello. Delle due quella principale è la seconda, che inizia con Miku intenta a trasportare il fratello, ferito profondamente con un’arma da taglio all’addome, in un edificio riparato nel quale possa tentare di prendersene cura. Per fare ciò Miku necessita di vari strumenti (garze, cibo, antibiotici e via dicendo) che potranno essere recuperati man mano sul tetto degli hotel ancora non completamente sommersi, dove per qualche motivo si trovano alcune casse di rifornimento di emergenza. Scalare gli hotel e raccogliere i rifornimenti è la routine principale del gioco, nonché il modo per proseguire nella storia principale, visto che ad ogni cassa svuotata Miku potrà migliorare la condizione del fratello, mentre noi potremo sapere qualcosa di più sul passato dei due ragazzi grazie ad alcuni disegni che spiegheranno il motivo della ferita e altri particolari precedenti agli eventi attuali.

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Nel mondo di gioco potrete anche trovare alcuni monumenti simbolo, utili a completare il vostro diario di illustrazioni.

Anche la trama relativa alla città si può definire come una sorta di prequel, che racconta come il mare abbia preso il sopravvento, ma in questo caso è più una storia che fa da contorno, reperibile solo grazie ad illustrazioni sparse negli edifici del mondo di gioco. Sebbene l’inizio della trama e il tipo di ambientazione destano subito curiosità per il “come si è arrivati a questo?”, per stimolare l’attenzione del giocatore durante gli eventi attuali Submerged punta più sull’aspetto sovrannaturale, rappresentato da alcuni esseri umani che hanno subito un processo di mutazione, lo stesso che affliggerà sempre più la giovane Miku. Il problema è che durante il gioco la trama non fa il salto, ci si aspetta sempre il colpo di scena ma una volta arrivata la fine del gioco ci si rende conto di come manchi il guizzo. O almeno questa è la sensazione di chi vi scrive.

E tutto questo è una bella gatta da pelare, perchè Submerged dovrebbe vivere grazie alla trama, dato che il gameplay combat-free, ripetitivo e senza alcun livello di sfida deve essere solo il mezzo per arrivare a godersi la storia di Miku e del fratello. Armati di imbarcazione sarete, come già anticipato, chiamati a scalare tutti gli hotel più alti della città per raggiungere il tetto e la cassa di rifornimento di cui avete bisogno. I percorsi che portano alla cima degli edifici sono fatti di sporgenze scalabili, scale, tubi e radici su cui arrampicarsi, ma il tutto è immediato e collegato al solo movimento della levetta analogica del joypad. L’unico motivo che spinge a ragionare è la ricerca di un paio di percorsi secondari che portano a piccole aree nelle quali potrete trovare una di quelle illustrazioni che spiegano la storia della città. L’impressione è che attraverso questo tipo di gameplay gli sviluppatori abbiano voluto trasmettere solo un senso di esplorazione pacifica, e anche grazie alla quasi malinconica melodia di sottofondo ci sono riusciti. Ma forse, considerata anche la particolare e interessante ambientazione, l’inserimento di qualche puzzle ambientale non avrebbe certo guastato l’atmosfera creata, magari permettendo a Submerged di puntare davvero in alto.

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La barca può essere migliorata. Troverete alcuni potenziamenti sparsi per l’oceano che permetteranno di utilizzare il turbo più a lungo.

In conclusione, Submerged sembra essere un esperimento riuscito solo in minima parte rispetto al livello che avrebbe potuto raggiungere. In fondo si tratta di un titolo completamente dedicato al piacevole relax e al godersi la storia che gli Uppercut Games hanno voluto raccontare, anche se priva di particolari colpi ad effetto. Per questo, l’opinione del sottoscritto è che comunque Submerged riesca ad arrivare allo scopo prefissato, nonostante potesse puntare davvero più in alto.

Il Buono

  • Trama che cerca di coprire più fronti
  • Ambientazione suggestiva

Il Cattivo

  • La trama manca di qualche colpo ad effetto
  • Ripetitivo
  • Con qualche puzzle ambientale avrebbe potuto puntare in alto
6.5

Scritto da: Simone "nuggets619" Lenotti

Prima che la passione videoludica trovasse continuità ha vissuto quattro epoche diverse capitanate da Super Mario 64, Unreal Tournament, Pokemon (che le aziende di batterie stilo ringrazieranno a vita) e per finire Halo, del quale segue qualsiasi cosa e che ritiene uno degli universi di fantascienza più appassionanti di sempre. Ad oggi si ritiene un giocatore universale, ancora attaccato alle portatili Nintendo, oltre che particolarmente ferrato negli FPS e nella nobile arte dello stealth. Tra le console attuali, felice possessore di Switch e Xbox Series X.

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