Assassin’s Creed Valhalla

[RECENSIONE] Assassin’s Creed Valhalla: L’Alba del Ragnarok (DLC)

IL RAGNAROK HA INIZIO!

Considerato il successo di critica e pubblico ricevuto da Assassin’s Creed Valhalla (QUI la nostra recensione) non c’è da stupirsi che Ubisoft abbia voluto approfondire maggiormente la sua epopea vichinga. Dopo aver pubblicato i due DLC del Season Pass, ecco dunque arrivare L’Alba del Ragnarock, il primo contento dell’Anno 2 che sarà accompagnato da ulteriori eventi gratuiti che ci consentiranno di restare in compagnia di Eivor ancora per un po’. Lasciatosi alle spalle le verdeggianti colline irlandesi e i bassifondi parigini, la mente dello jarl del Clan del Corvo viene pervasa da visioni catastrofiche di guerra e morte: il Ragnarok si sta per abbattere sui Nove Regni. Morso di Lupo si recherà dunque ancora una volta da Valka e, dopo aver bevuto una pozione, inizierà un viaggio onirico e si ritroverà ad impersonare Odino a Svartalfheim, il reame dei nani.

Intenzionato ad abbattere gli Aesir, il sovrano di Muspelheim Surtr rapisce Baldr – il figlio di Havi e Frigg – e il Padre di Tutti, con il cuore pervaso dal fuoco della collera, accorre in suo aiuto, ma viene inizialmente pesantemente sconfitto dal demone e dalla sua compagna Sinmara. Giurando vendetta, Odino viene così salvato da due nani che gli raccontano che Svartalfheim si trova ormai sotto il controllo di Sutr e che la popolazione massacrata e decimata dall’esercito nemico è stata costretta a fuggire e a rifugiarsi nelle grotte sotterranee. Completabile in poco meno di 15 ore (aggiungetene una decina in caso decidiate di completare anche tutte le attività secondarie), la campagna de L’Alba del Ragnarok non riesce purtroppo a raggiungere la qualità di scrittura del gioco base, pur rappresentando una buona aggiunta alla mitologia grazie anche alla presenza di nuovi dettagli sugli Isu; la prima manciata di ore fatica ad ingranare e consiste infatti in una sorta di tutorial in cui dovremo prendere confidenza con le novità del gameplay introdotte nel DLC e lo dovremo fare svolgendo missioni anti climatiche rispetto a quello che la narrazione lascerebbe presagire, ma per fortuna il tiro viene corretto in corsa sebbene, al contrario, la parte finale risulti leggermente frettolosa. Anche la caratterizzazione di Odino – come del resto Valhalla ci aveva già mostrato – non è ai livelli di Eivor e il Padre di Tutti rimane lì ed è tutto sommato funzionale, ma non fa mai quel passo in più per risultare accattivante e memorabile.

Come già accennato, quello che Ubisoft Sofia ha voluto fare con questa espansione è stato quello di implementare delle novità dal punto di vista ludico, tutte rese possibili grazie al Predatore di Hugr, un bracciale magico che conferisce ad Odino nuovi poteri. Sconfiggendo i nemici potremo infatti assorbire le loro abilità: i muspel ci consentiranno di assumere le loro sembianze e dunque di intrufolarci di soppiatto e camminare sulla lava, gli jotun ci permetteranno di sfruttare il ghiaccio e teletrasportarci scagliando frecce, sarà poi possibile riportare in vita i nemici e utilizzarli a nostro vantaggio, oppure tramutarci in corvo. Avremo accesso a solamente due abilità alla volta e per un breve periodo di tempo e per caricare il bracciale dovremo uccidere i nemici o raccogliere dei fiori particolari; per superare alcuni incarichi sarà opportuno dunque portarsi appresso il potere specifico per superare determinati enigmi, altrimenti saremo costretti ad abbandonare momentaneamente la missione in corso e riprenderla in un secondo momento una volta recuperato il potere corretto. Durante la campagna promozionale, gli sviluppatori avevano garantito che queste possibilità legate al bracciale avrebbero migliorato la componente stealth dell’opera. E’ vero, sulla carta è così e in alcune occasioni sarete costretti ad utilizzare le nuove skill (soprattutto la possibilità di camminare sulla lava per evitare danni ambientali), ma la base del DLC rimane comunque quella di Assassin’s Creed Valhalla e, se lo avete giocato, saprete senz’altro che spesso risulta molto più appagante gettarsi nella mischia piuttosto che muoversi di soppiatto.

A tal proposito, per iniziare L’Alba del Ragnarok sarà opportuno partire con un personaggio almeno al livello 340. Se come noi avete già passato decine e decine di ore in compagnia di Eivor non avrete di che preoccuparvi, ma se invece state ancora completando il gioco e volete abbandonare momentaneamente l’Inghilterra per dedicarvi a Svartalfheim potete farlo tranquillamente in quanto vi verrà dato un boost temporaneo (usabile solamente all’interno del DLC) che vi porterà al livello necessario e vi verranno assegnate abilità ed equipaggiamenti adeguati al tasso di sfida. Volendo Ubisoft consente anche a chi non ha mai iniziato Valhalla di partire direttamente dall’espansione con un personaggio pre-costruito; si tratta senza dubbio di un’opzione gradita, ma che ci sentiamo di non consigliarvi in quanto riteniamo che sia più corretto apprendere la mitologia del mondo prima nel gioco vanilla per poi approfondirla nel contenuto aggiuntivo.

Come al solito l’ambientazione risulta esteticamente convincente e, seppur strutturalmente simile a Jotunheim e ad Asgard, Svartalfheim riesce a distinguersi grazie a location variegate come montagne innevate, foreste verdi rigogliose ed aspre zone rocciose ricoperte di lava; di per sé la mappa ha dimensioni abbastanza contenute, ma è costruita in altezza e durante l’esplorazione vi capiterà di scalare imponenti strutture, attività che alla lunga risulterà pesante e che per fortuna è tranquillamente aggirabile grazie alla trasformazione in corvo. Muovendovi nell’ambiente di gioco avrete la possibilità di imbattervi nei rifugi nanici, dei luoghi nascosti simili agli accampamenti di Valhalla ed indicati sulla mappa in modo approssimativo (starà a voi cercarli) dove troverete mercanti e fabbri per migliorare il vostro equipaggiamento, ora con un livello in più di potenza. Tornano le razzie grazie alle quali verremo in possesso di materiali utili per gli upgrade, forzieri in cui trovare potenti armature ed armi (di cui è stata aggiunta una nuova categoria, una sorta di via di mezzo tra ascia e lancia) e manoscritti per sbloccare nuove abilità di Odino, le più potenti, spettacolari e puramente fantasy di tutto il gioco. Non mancano poi missioni secondarie tutto sommato di buon livello, miniboss opzionali e l’Arena delle Valchirie, un luogo in cui affronteremo in sequenza nemici dalla potenza sempre più alta in cambio di ricompense.

Assassin’s Creed Valhalla: L’Alba del Ragnarok è un’espansione che riprende in tutto e per tutto i pregi e i difetti del gioco vanilla. Seppur interessanti sulla carta, i nuovi poteri di Odino introdotti per incentivare l’approccio furtivo (componente stealth che nel prossimo capitolo del franchise ci auguriamo venga completamente rivista e migliorata) risultano efficaci solamente in parte, in quanto spesso è preferibile utilizzare il ben più appagante combattimento corpo a corpo. Anche la narrazione, nel complesso buona ma inferiore a quella di Valhalla, si alterna tra missioni iniziali di dubbia qualità e momenti ricchi di colpi di scena e, considerata l’ambizione con cui è stato presentato il DLC, ci saremmo aspettati un pizzico di impegno in più nella scrittura. Abbracciando completamente l’aspetto fantasy dell’opera, L’Alba del Ragnarok è dunque un’espansione consigliata a chi ha amato Assassin’s Creed Valhalla e desidera passare ancora qualche ora in quell’universo.

Il Buono

  • La base rimane Assassin’s Creed Valhalla, nel bene…
  • I nuovi poteri di Odino aggiungono varietà al combat system…
  • Storia interessante a tratti…

Il Cattivo

  • …e nel male
  • …ma la componente stealth ne guadagna solo in parte
  • …ma in alcuni punti della narrazione la scrittura poteva essere più efficace
7.5

Scritto da: Andrea "lordfener91" Dugoni

Laureato in Economia Europea, scrive News e Recensioni per passione e videogioca nei pochi momenti liberi. E’ un grandissimo amante del franchise di Star Wars (soprattutto di tutto ciò che riguarda l'Universo Espanso, Canon o Legends che sia) e si chiede se un giorno riuscirà mai a finire di leggere tutti gli innumerevoli romanzi e fumetti ambientati "tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana" usciti dagli anni ’70 ad oggi. Stalkeratelo sul Twitter: @lordfener91

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