Sarei curioso di sapere a quanto ammontano le ore dell’esistenza umana usate per giocare ai vari Diablo negli anni. Il ricordo dei primi anni 2000 e delle interminabili sessioni di Diablo II, Diablo III giocato online con gli amici, prima con un gruppo, poi con un altro, prima con una classe, poi con le altre. Veri e propri baratri in cui la produttività va a morire. In senso positivo, ovvaimente.
A Diablo IV spettava l’arduo di mantenere alto il livello di una serie legata a un numero enorme di vite e, per nostra fortuna, l’obiettivo è stato centrato perfettamente. Diablo IV è Diablo elevato alla massima potenza.
La trama rispecchia le tradizionali linee guida della serie. Un demone terribile è stato richiamato nel mondo di Sanctuary. In questo episodio, la chiamata è rivolta a Lilith, una delle prime creatrici del mondo, riportata in vita dopo essere stata esiliata dalle forze della luce. Nei panni del protagonista, vi ritroverete immersi in un conflitto sempre più intenso tra le forze del bene e del male. In sintesi, la tipica trama di Diablo. In pratica, l’esperienza di gioco è essenzialmente la stessa. Sterminare demoni e ottenere i loro preziosi tesori.
Il videogioco mette a disposizione una varietà di cinque classi tra cui scegliere: Barbaro, Druido, Negromante, Ladro e Mago. Come è facile immaginare, queste classi generalmente corrispondono a ruoli quali guerriero potente, stregone della natura, evocatore, esperto di furtività e manipolatore di energie arcane. Nonostante ciò, una delle qualità principali di Diablo IV risiede nel non vincolarti a un preciso ruolo all’interno della classe scelta. Ogni classe è dotata di un sofisticato albero di competenze che può essere modificato in base alle prorpie preferenze, consentendovii di personalizzare il tuo stile di gioco. L’opportunità di sperimentare con diverse combinazioni è parte integrante dell’esperienza.
Ad esempio, un Barbaro può essere sviluppato in modo da diventare una sorta di pericolosa macchina bellica in movimento, capace di infliggere danni ai nemici che lo assalgono o concentrata sulla propria conservazione per fare da più classico tank. Un Druido potrebbe evolvere in un lupo mannaro per gli scontri ravvicinati o richiamare le energie della terra per trasformarsi in un mago di incantesimi ad area di grande portata. I Negromanti possono focalizzarsi su infliggere danni, su debilitare il nemico o su resistere agli attacchi. Alcuni setup possono apparire un po’ meno efficaci (non dubito che ci saranno diverse patch nelle prossime settimane), ma ce n’è per tutti i gusti.
Gran parte delle novità rispetto al capitolo precedente riguardano le modifiche apportate all’open world, con l’obiettivo di rendere il gioco più simile a un MMORPG. L’area esplorabile è talmente vasta che avrete bisogno di un cavallo per muovervi, ed è popolata da vari mostri, missioni nascoste e occasionali boss pensati per stimolare più giocatori a unirsi e combattere. I classici dungeon di Diablo rimangono comunque separati dal resto. Nonostante le apparenze, Diablo IV non è un MMO e le interazioni con gli altri giocatori sono limitate non intaccano l’esperienza in solitaria o coop con gli amici.
Uno dei principali problemi di Diablo IV è che inizia lentamente. Potrebbero volerci una dozzina o più ore per arrivare al punto in cui il vostro personaggio diventa interessante e il bottino inizia a sembrare degno di nota. Questo è un problema per chi è nuovo al genere e al gioco ed è facile farsi l’idea che la classe o le abilità scelte siano sbagliate quando la risposta più autentica è che il gioco ci mette davvero tanto ad aprirsi e mostare il meglio di se. Non saprei definirlo un difetto comunque, visto che parliamo del quarto capitolo di una serie leggendaria e ci si aspetta che i giocatori sappiano di trovarsi di fronte a decine di ore di avventure per completare l’avventura.
E l’esperienza è decisamente assuefacente. Questo è sostanzialmente l’unico requisito che Diablo deve soddisfare e lo fa brillantemente. È ancora appassionante cliccare su elementi per acquisire bottino e poi cliccare su elementi più grandi per ottenere bottino più cospicuo? Sì, senza ombra di dubbio.
L’insieme di meccaniche, competenze, oggetti e altro si fondono in maniera quasi impeccabile. Ci impiega un po’ a decollare, ma una volta che lo fa, è estremamente intuitivo vedere come le persone possano perdervisi dentro per ore e ore. È una combinazione maestosa di riscontri visivi e di gioco, nonostante la ripetitività intrinseca dell’esperienza.
In questa prospettiva, Diablo IV è in linea con le aspettative. Non cerca di rivoluzionare il genere. Nonostante tutte le sue luccicanti novità e concetti, rimane lo stesso nelle sue fondamenta, e offre lo stesso tipo di brivido primordiale ogni volta che scopri un nuovo pezzo di equipaggiamento o sconfiggi un nemico particolarmente tenace. È rifinito alla perfezione ed è chiaramente il prodotto di migliaia di ore di sviluppo dedicate a sperimentare l’esatta sequenza di input che vi spingeranno a sacrificare ore della vostra vita all’ombroso altare di Lilith.
Sono presenti, purtroppo, alcune pratiche di microtransazioni prepotenti alla quale Activision Blizzard ci ha abituato negli ultimi anni. Al momento di questa recensione, nulla sembra essere “pay to win”, con focus esclusivamente decorativi che non influenzano il gameplay. Nonostante infastidisca il non poter ottenere certi oggetti (seppure estetici) in un prodotto che avete pagato profumatamente, l’effetto sul gameplay è abbastanza ambivalente.
Diablo IV si distingue come il looter RPG con la grafica migliore di sempre. Sanctuary è una terra desolata, tetra e sinistra, abitata da demoni spaventosi, cadaveri putrefatti, catene e praticamente tutto quanto si potrebbe trovare sulla copertina di un album dei Judas Priest. Rappresenta un’evoluzione più fedele dell’estetica di Diablo rispetto a Diablo III, tuttavia, a tratti, può risultare eccessivamente oscuro e complicato distinguere gli elementi. Le animazioni durante gli scontri sono eccezionali, mentre quelle dei dialoghi possono risultare un po’ rigide. Per fortuna, il doppiaggio è di estrema qualità.
Diablo IV è un ottimo capitolo della serie Diablo, in grado di saziare la fame dei fan ma al contempo in grado di essere un ottima introduzione per i neofiti. Non introduce molte novità, ma riesce a perfezionare ciò che il franchise ha sempre saputo fare bene. È sempre arduo prevedere l’evoluzione di questo genere di giochi; al termine del suo ciclo vitale, Diablo III si presentava quasi irriconoscibile rispetto alla versione di lancio. A meno di non commettere grossolani errori, Diablo IV ha tutte le carte in regola per afferrare la tua anima con le sue grinfie malefiche e inghiottire ore della tua vita.
Recensione a cura di Sacha “Omeganex999” Morgese
Il Buono
- Atmosfera avvincente
- Ampia personalizzazione del personaggio
- Ciò che amate della serie, rifinito e perfezionato
- LOOT! TANTISSIMO LOOT!
Il Cattivo
- Lento all’inizio
- Microtransazioni