Spesso ripenso alla generazione PS3/360 e a come a fronte di un periodo travagliato per molte serie, soprattutto quelle giapponesi, guardando indietro è chiaro come sia stata una generazione importantissima per il panorama videoludico moderno, che ha visto il sorgere di un gran numero di serie che ancora oggi dominano il mercato. Che sia merito dell’alta risoluzione, della connessione a internet integrata nella console o in generale di un budget medio esponenzialmente più alto di quanto visto in passato, è semplice tracciare una chiara linea tra il prima e il dopo.
Tra tutte quelle serie, poche sono state apprezzate tanto quanto la serie di Batman Arkham. Nonostante i giochi basati su supereroi siano vecchi quanto il medium stesso, mai prima era stato possibile ricreare con quel grado di rifinitura l’esperienza di vestire i panni del cavaliere oscuro. Asylum, con il suo innovativo sistema di combattimento e l’ottimo misto di azione e stealth. E ancora di più City, in grado prima di espandere la formula su tutti i fronti.
Prima che Rocksteady rilasciasse il suo magnum opus con Arkham Knight, vi è stato però un altro capitolo relativamente controverso. Arkham Origins, sviluppato dal team di WB Montreal, funge da prologo alla serie e nonostante le critiche per essere un more of the same, negli anni è stato rivalutato e visto come legittimo membro della serie.
Con questo lungo prologo che spiega anche l’attaccamento del sottoscritto alla serie, è chiaro che con l’annuncio di WB Montreal al lavoro su un nuovo capitolo ambientato nel mondo del cavaliere oscuro le mie antenne non potevano che iniziare a vibrare anche solo all’idea di poter tornare a sfrecciare per Gotham City. L’idea è un po’ diversa questa volta. Niente Batman, ma i suoi 4 aiutanti Nightwing, Red Hood, Batgirl e Robin a risolvere casi e difendere la città. Un gioco open world, con meccaniche basate sulla serie Arkham e coop per poter proseguire nell’avventura con un amico. Ok, strano, ma il pedigree dello studio promette bene, no?
Batman è passato a miglior vita. Sin dall’inizio la situazione è chiara. Non si tratta di un trucco, è morto e il suo corpo (o meglio, quello di Bruce Wayne) è ormai sepolto nel cimitero di Gotham e la batcaverna è andata distrutta. Tocca ai quattro eroi vigilare sulle strade e continuare il lavoro fatto dal cavaliere oscuro sia da un punto di vista morale che da quello pratico, in quanto la prematura scomparsa del filantropo ha lasciato diverse questioni in sospeso sulle quali pende il destino della città…
La storia di Gotham Knights è interessante e realizzata egregiamente. I protagonisti sono ben caratterizzati e diversi, sia dal lato della personalità che quello del gameplay. Dopo le prime missioni che fungono da prologo, avrete la possibilità di cambiare pg in qualunque momento tornando al Belfrey, la base operativa nella quale sarà possibile interagire con i co-protagonisti e altri personaggi secondari, fare pratica in una sorta di simulatore e dedicarsi al crafting per potenziare il vostro equipaggiamento. E una volta pronti, sarà possibile uscire e dedicarsi alle attività in città.
E’ difficile descrivere esattamente il gameplay di Gotham Knights, principalmente perché è un titolo con due personalità ben distinte. Da un lato abbiamo un’avventura in single player con livelli realizzati in modo eccellente che ricordano i vecchi titoli di Batman. Con ombre nelle quali nascondersi, scene da esaminare e boss di fine livello. Dall’altro abbiamo un generico open world fatto di attività tutte identiche a riempire una mappa di ciò che sarebbe altrimenti una città abbastanza morta. Purtroppo nessuna di queste due parti è qui opzionale.
C’è qualcosa di strano in quest’avventura: nonostante sia a tutti gli effetti un titolo single player senza nessuna traccia di microtransazioni, molte delle sue componenti migliori sono nascoste dietro alcune meccaniche che appartengono solitamente ai live service. Nemici e attività hanno livelli che spesso vi obbligheranno a grindare in giro per la mappa prima di poterle affrontare. E esplorando i livelli e sconfiggendo nemici otterrete elementi necessari per poter creare equipaggiamento migliore ed esperienza con la quale poter acquisire nuove mosse e abilità.
Ma come detto precedentemente le attività open world sono fondamentalmente tutte identiche, in un open world relativamente morto. Basta girare pochi per meno di un minuto per la città per capire velocemente che ad eccezione di qualche sporadica auto e passante, nulla di interessante succede che non sia indicato sulla mappa, finendo per diventare l’ennesimo esempio in un genere spesso criticato per questo esatto motivo.
I nostri eroi potranno muoversi sia a piedi che in moto. I movimenti a piedi sono limitati ai salti e al rampino, in grado di agganciarsi a lampioni, palazzi e ringhiere. Il tutto rende l’esperienza assai più macchinosa rispetto al passato, soprattutto perché la possibilità di planare è bloccata dietro a una serie di obiettivi che rientrano nella categoria “grind”. Da notare anche che gli obiettivi sono gli stessi per tutti i personaggi ma è comunque obbligatorio ripeterlo per tutti, finendo per quasi obbligarvi a scegliere uno da usare principalmente per non dover rifare le stesse monotone cose.
La moto invece è sbloccata sin dall’inizio e permette di muoversi velocemente a terra, ma guidare non è un’esperienza particolarmente entusiasmante e dispiace vedere una mancanza di impegno nel rendere gli spostamenti a piedi più entusiasmanti.
Degno di nota negativa anche l’implementazione di punti per il viaggio veloce, che vanno sbloccati cercando dei droni volanti in giro per la città, aggiungendo tedio al già non esaltante misto.
Lo stesso discorso può essere fatto per il sistema di combattimento che prende a piene mani dai vari titoli Arkham ma senza riuscire a regalare le stesse sensazioni. Tornano i due tasti per l’attacco, uno corpo a corpo e uno a distanza, e un tasto per schivare gli attacchi avversari. Ma lì dove nei panni di Batman avevamo un contatore combo necessario per eseguire colpi di grazie, qui abbiamo semplicemente una barra da riempire colpendo ed evitando i nemici, con la quale utilizzare attacchi speciali. Questo cambiamento sarebbe anche accettabile se gli incontri non fossero una copia l’uno dell’altro, spesso con monotoni mini-boss con un set molto limitato di mosse per i quali il discorso è sempre lo stesso: colpisci, evita, carica la barra ed esegui un attacco finale.
Anche sul piano tecnico Gotham Knights offre una qualità altalenante. Su PS5, la versione da noi provata, il gioco offre risoluzione 4K ma limitata a 30fps con cali notevoli nelle sezioni all’aperto. Quest’ultima cosa sarebbe anche accettabile se il titolo WB Montreal spingesse al limite le console di ultima generazione, ma il risultato finale è lontano dal lasciare a bocca aperta. Gotham manca di personalità e paragonata ad Arkham Knight, uscito 7 anni prima, sembra fare un passo avanti e tre indietro a livello di qualità. E non si tratta di modelli poligonali, illuminazione o effetti, è proprio un problema di stile a permeare le strade della città a renderla un anonimo clone di tante altre città viste in altri giochi.
Il discorso è però molto diverso per le missioni della storia e le locations interne, dove sembra quasi di avere tra le mani un prodotto diverso. Il frame rate diventa stabile, gli effetti di luce e il design delle aree e delle missioni sembra essere almeno un paio di spanne sopra l’open world, rendendo ancora più insopportabile il dover dedicarsi alle attività secondarie per poter proseguire.
Altra nota dolente sono le animazioni, non male per se ma con evidenti problemi nel blending, che finiscono per farle sembrare una serie di movimenti scoordinati invece della sorta di “danza” a cui le avventure del cavaliere oscuro ci avevano abituato.
Gotham Knights nasconde i suoi comparti migliori dietro un muro di ripetitività e finisce per essere vittima forse della troppa ambizione. E’ un classico esempio di troppa carne al fuoco che finisce per rovinare l’intera brace. La storia e i personaggi sono interessanti, ma nascoste dietro muri inevitabili di terribili missioni secondarie. Gotham è vuota e senz’anima, ma le varie location della storia sono realizzate egregiamente, con tanto di ray tracing per i riflessi. Il sistema di combattimento è ancora accattivante come nel 2009, ma spesso i nemici che vi si porranno davanti limitano le strategie che potrete utilizzare.
In altre parole, per ogni cosa che Gotham Knights fa bene, ce n’è almeno una a bilanciare l’intera esperienza in modo negativo. Il risultato è un gioco senza un’anima chiara che sembra non sapere esattamente cosa voler essere, ma che può comunque divertire,
In un’era come quella attuale è possibile che molti dei problemi verranno risolti da eventuali patch, ma all’uscita Gotham Knights è da consigliare in particolare agli amanti dell’universo in cui l’azione prende luogo.
Trailer Gameplay: https://www.youtube.com/watch?v=XybxpaeRsig
Recensione a cura di Sacha “Omeganex999” Morgese
Il Buono
- Storia e personaggi interessanti
- Locazioni interne ben realizzate
Il Cattivo
- Grinding eccessivo
- Una Gotham senz’anima
- Elementi live service ridondanti