Sea of Stars

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[RECENSIONE] Sea of Stars

Un gioco buono.

Ma non buono come qualità complessiva. Perchè lì è molto di più. No, è che Sea of Stars mi ha messo proprio di buon umore. Con le sue tematiche, la sua storia, i suoi personaggi. Traspare tutta la bontà che Sabotage ha riposto in questo lavoro, e alla fine ne è uscita un’avventura che mi ha fatto molto, molto, piacere giocare. E devo dire che se la cava anche molto bene come originalità, di base ci sono personaggi che corrispondono a cliché visti e rivisti, però li hanno curati uno ad uno, dandogli un ruolo essenziale, una backstory, una personalità. Dagli eroi di turno, al cuoco bonaccione, al personaggio misterioso, al… No basta, mi fermo per non fare spoiler, ma sono tutti compagni di viaggio a cui mi sono affezionato. E quando vedi caratteristiche che hai già visto decine di volte, è un aspetto che non puoi dare per scontato. Per questo, parlando a livello personale perché ovviamente l’impatto emotivo non lo posso dare per assoluto, mi sento di riconoscere parecchi meriti a chi ha messo insieme questo mondo così dettagliato, spensierato, e appunto… Buono.

Devo ammettere che tutto il contesto narrativo era una delle mie riserve da quando il gioco è stato presentato, perché gli RPG a turni sono probabilmente il genere in cui ho più paura del “già visto”. Che, intendiamoci, penso sia anche fisiologico, da parte mia e da parte di chi sviluppa, perché non è possibile che esista un pozzo senza fondo di fantasia, specialmente quando hai anche tanti altri videogiochi che, vuoi o non vuoi, ti influenzano. Fortunatamente è andata bene, eccome, al punto che perfino lo svolgimento della trama è stato interessante e particolare dall’inizio alla fine, intramezzato anche da qualche colpo di scena di non poco conto. Anzi. E non mi spingo oltre.

E poi, superati questi primi dubbi, c’era la questione gameplay, altro nodo importante degli RPG a turni. Ma anche in questo caso, siamo sopra la media. La scelta di non relegare il combattimento alla sola strategia, ma anche di inserire una certa interattività con il timing degli attacchi per causare/ricevere più o meno danni, è per il sottoscritto sempre una carta vincente. Aggiunta al classico sistema di attacchi semplici, combo, debolezze elementali, mosse speciali e intercambio dei personaggi durante gli scontri, ne è uscito un mix che certo, non sarà niente di innovativo, ma è quello giusto per invogliarti. A provare mosse, a trovare il timing giusto, a pensare la soluzione migliore. Senza risultare troppo statico insomma.

Forse si potrebbe dire che manchi qualcosa dietro le quinte, perché seppur ci siano slot di armi, armature ed accessori, fondamentalmente la progressione è talmente lineare in questo aspetto che Sea of Stars non offre particolari dubbi amletici su cosa assegnare ai vari membri del party. Come si trova un’arma nuova, la si equipaggia, e lì si ferma la questione. Ma va anche bene, il gioco punta molto sulla scorrevolezza e nemmeno si offre di essere chissà quanto impegnativo, tesi che potrei supportare con un solo game over durante tutto il gioco, e solo per un errore del sottoscritto nel selezionare il nemico sbagliato. Tuttavia, avendoli entrambi giocati da poco, mi sento di dire che Sea of Stars fa quello che avrebbe dovuto fare Super Mario RPG, ovvero raggiungere il bilanciamento ideale di difficoltà senza sacrificare troppo l’aspetto ruolistico, che nell’ultimo remake dell’idraulico è stato fin troppo soppiantato.

Anche nel level design credo che Sabotage abbia cercato di offrirci un certo equilibrio di accessibilità e impegno. Nel corso dell’avventura si esplorano zone per lo più lineari, ma intervallate da qualche puzzle ambientale ben costruito sulla base di interruttori, abilità, spostamento di piattaforme, e così via. Tutti però comprensibili e che al massimo richiedono qualche sforzo simil Gioco del 15 oppure di sondare i vari percorsi per capire quale prendere prima dell’altro. Ma anche qui, va bene, benissimo. Sea of stars è un gioco di positività, scorrevolezza, sano divertimento. Se questo voleva essere, questo è. Sono invece le side quest e i contenuti opzionali, molti e ben fatti, ad essere quelli più esigenti. Anche se in realtà il peso maggiore, una volta arrivati a ridosso della fine del gioco con tutti i requisiti sbloccati, è dato dal ricordarsi dove si sono incontrati determinati personaggi o qualche percorso bloccato. Però a livello di contenuti non c’è proprio nulla da obiettare, Sea of Stars è un indie a dir poco completo, tanto che richiede dalle 30 alle 40 ore per il completamento più o meno minuzioso. L’unico neo è la raccolta dei collezionabili, a costo di fare un piccolo spoiler vi consiglio caldamente di fare il possibile per non lasciare neanche un angolo scoperto mentre esplorate, perché poi a fine gioco sono troppo importanti. E tornare sui propri passi troppe volte non è bellissimo. Diciamo che potevano dargli un ruolo più marginale.

Insomma, un mese fa Sea of Stars vinceva il premio Indie of the year, già quello penso sia sufficiente. Io sono qui a dedicargli qualche riga per il puro piacere di farlo, perché ripensare a queste ultime 40 ore di gioco mi mette di nuovo di buon umore, e perché volevo dare una conferma della bellezza di questo gioiellino. Che si è fatto apprezzare dal primo trailer, dal primo sguardo a quel lavorone di pixel art (che credo sia il migliore che abbia mai visto), e dalle prime alle ultime note che la strepitosa colonna sonora mi ha stampato nella mente durante un’avventura divertente, piacevole, rilassante… Buona.

Il Buono

  • Storia e personaggi ben scritti
  • Level design e gameplay di ottimo livello
  • Grafica e colonna sonora eccezionali

Il Cattivo

  • Equipaggiamenti ed armi senza particolare influenza
  • Collezionabili invasivi a fine gioco
9

Scritto da: Simone "nuggets619" Lenotti

Prima che la passione videoludica trovasse continuità ha vissuto quattro epoche diverse capitanate da Super Mario 64, Unreal Tournament, Pokemon (che le aziende di batterie stilo ringrazieranno a vita) e per finire Halo, del quale segue qualsiasi cosa e che ritiene uno degli universi di fantascienza più appassionanti di sempre. Ad oggi si ritiene un giocatore universale, ancora attaccato alle portatili Nintendo, oltre che particolarmente ferrato negli FPS e nella nobile arte dello stealth. Tra le console attuali, felice possessore di Switch e Xbox Series X.

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