Più i falegnami si avvicinano e più sangue ci sarà da spargere ... non che ti dispiaccia.
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C'era una volta ...ehm,ehm... o si, signori. C'erano una volta Cappuccetto Rosso, Biancaneve, Jack Pianta di Fagioli e l'Imperatore Nudo, che si sentivano soli ed infelici, fino a quando non fu data loro la possibilità di redimersi recuperando il Bricco magico, di Ricciolidoro e dei tre orsi. Tra loro e il bricco, però, si estendevano ... mari e mari di sangue a volontà! Così si presenta al giocatore il pazzo progetto dei ragazzi di Gamelogic, un misto tra scenari paradisiaci dalle tinte pastello e combattimenti all'ultimo sangue. Finalmente una ventata d'aria fresca per il panorama videoludico, che agonizza nella noia e nella ripetitività, oppure un semplice ibrido creato per attrarre i più tamarri riinterpretando in maniera molto pittoresca (di cui la pittura base è il sangue) le fiabe più note?
Dopo essere stati introdotti al gioco da un bellissimo filmato su Fairyland e sulla storia dei nostri personaggi, ci ritroveremo in un menù molto particolare: un piccolo paesello dove i libri sparsi nel livello sono le voci selezionabili. Lasciando stare le varie opzioni, la banca e la scelta del personaggio, ci concentriamo sulle modalità campagna e arena. La prima è composta da una lunga serie di capitoli, in cui non faremo altro che andare da un punto all'altro della mappa affettando quanti più nemici possibile, evitando pericolosi tranelli e saltellando qua e là. Purtroppo non è tutt'oro ciò che luccica, infatti il gameplay semplicistico che affida alla levetta analogica destra gli attacchi effettuabili, ai dorsali la parata e gli Attacchi Gloriosi e la possibilità di raccogliere e lanciare armi ,ai tasti direzionali la gestione delle emozioni, come già visto in Little Big Planet, e al tasto x il salto e al cerchio la spina, non permettono alcuno spunto di varietà: la possibilità di scegliere se affrontare o no alcuni avversari, o quella di compiere alcuni minigiochi per aprire i bauli sparsi per i livelli o attivare le leve al posto di agitare furiosamente lo stick analogico destro avrebbe reso il titolo meno noioso. In supporto alla ripetitività intrinseca del gameplay vi sono livelli, che per quanto belli alla vista, non fanno altro che proporre corridoi e arene dove affettare i nemici e pattinare sul loro sangue. Sono infatti poche e semplici le fasi platform, che avrebbero potuto essere di buona fattura se non fosse stato per il fatto che quella birbona di telecamera crea i giochi di prospettiva più strambi, rendendo anche un piccolo salto un'operazione da svolgere con attenzione chirurgica. Inoltre la velocità del personaggio nel muoversi negli ambienti si rivela un enorme difetto: vi basterà avvicinarvi ad un bordo per cadere facilmente giù. Spesso, però, le ricompense rilasciate dai bauli sparsi per i livelli (armi o danaro, utile al respawn del vostro personaggio) si trovano in luoghi oltre la vostra portata, causando solo frustrazione e ad un certo punto la volontà di lasciarli sigillati pur di non vedere l'agognata preda fuggire via, o ancor peggio trascinarvi ad una dispendiosa e prematura morte. Inoltre la mancanza di novità di gameplay dall'inizio del gioco fino alla fine, e l'impossibilità di migliorare le proprie abilità, rendono il gioco monotono e banale, portando il giocatore a scuotere la levetta analogica dagli esordi della storia fino ai titoli di coda, facendosi cadere il pollice destro. Fortunatamente l'entusiasmo, portato ai minimi livelli dalla ripetitività si risolleva un po' grazie al divertente comparto multiplayer, che vedrà fino a quattro giocatori contemporaneamente affettare nemici a destra e a manca, senza privarsi del sadico desiderio di prendersi delle rivalse verso i propri alleati-nemici. In multiplayer, quindi, la modalità storia risulta molto più gradevole e digeribile, causando irrimediabili risate in moltissime situazioni, però ad un certo punto, quando si saranno esplorate tutte le diversità dalla modalità in singolo, tornerà a fare capolino la noia, vera padrona di questo titolo.
Dal punto di vista tecnico Fairytales Fights mostra i suoi muscoli, sfruttando il celebre Unreal Engine 3, gli sviluppatori Playlogic hanno saputo creare un mondo fiabesco e altamente caricaturiale. Tutte le texture sono di buona qualità e i modelli poligonali sono complessi al punto giusto, sottolineando sia i toni adulti che quelli bambineschi. Di ottima qualità sono le textures dai colori pastello, in fortissimo contrasto con il sangue. Le riproduzioni fisiche sono buone e le animazioni sufficientemente realizzate. Gli ambienti, a volte poco ispirati, sono comunque abbastanza vasti e ben studiati. Va fatta una critica alla gestione della telecamera, che molto spesso causerà la morte del giocatore, o ancora peggio si nasconderà dietro gli oggetti del paesaggio impedendovi di individuare la minaccia più vicina. Il sonoro, criticato da molti, è invece di ottima fattura in quantoo le musiche fiabesche sottolineano ancora di più il carattere splatter e tamarro del titolo. La rumoristica è ben curata dai gemiti dei giocatori al ribollir di pozioni, dalle urla di battaglia dei nemici all'artistico suono del sangue che vi permette di pattinare per lunghe porzioni dei livelli. Si sente la mancanza di un doppiaggio, sostituito da gemiti, e soprattutto di una trama sufficientemente salda da poter incollare il videogiocatore al joystic. Nonostante Fairytales Fights sia ottimo in tutti i suoi frangenti, vede la sua falla nel gameplay piatto e ripetitivo, che annega tutto ciò che è stato fatto di buono dai ragazzi di Playlogic nella mediocrità.
Fairytales Fights è un titolo scanzonato e divertente preso in piccole dosi; ma noioso alla lunga. Il prezzo d'acquisto consigliato è quello che va dai trenta euro in giù, poichè il titolo è innegabilmente interessante e originale ma pecca di eccessiva ripetitività, visto che dopo le prime risate presto ci si ritroverà un sorriso sottosopra stampato sul volto. Purtroppo Cappuccetto Rosso, Jack Pianta di Fagioli, L'imperatore Nudo e Biancaneve hanno fallito: non tutte le favole hanno un lietofine. Un po' più di varietà e una maggiore cura del gameplay avrebbe di certo fatto lievitare la valutazione, che non può che sfiorare la sufficenza.
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