E' a questo che porta la speranza, Pandora.
[table="head"]head col1|head col2|head col3
row1 col1|row1 col2|row1 col3
row2 col1|row2 col2|row2 col3[/table]
[ame="http://www.youtube.com/watch?v=1vYxq0QBFPw&feature=fvw"]YouTube- God of War 3 - Vengeance Trailer[/ame]
[table="head"]head col1|head col2|head col3
row1 col1|row1 col2|row1 col3
row2 col1|row2 col2|row2 col3[/table]
Dopo aver stupito critica e pubblico, nel 2005 God of War si ritagliò un posto nel cuore degli appassionati degli action games, che proprio allora fiorivano tra i tecnicismi di Ninja Gaiden e le sue 1001 edizioni (2004) affiancati dalla spettacolarità infernale di Devil May Cry, che nello stesso anno riacquistò la fama persa in seguito ad un secondo capitolo scabroso. I Santa Monica, ignorando l'uscita della PS3, decidono di continuare a narrare la storia del generale spartano, ormai icona dell'intero panorama videoludico, proponendo un secondo capitolo tanto epico quanto apprezzato dal pubblico per una grafica che spingeva, come già nel primo capitolo, la PS2 al limite delle proprie capacità tecnologiche; un gameplay coreografico, spettacolare, violento ed intuitivo al punto giusto; un level design capace di dettare ancora oggi legge nel mondo degli action games (tutti sono stati a scuola da re Kratos, da Dante's Inferno a Ninja Gaiden Sigma 2) e soprattutto per un personaggio così carismatico da sbaragliare il sordo-muto Ryu e il vanitoso Dante. Il carisma del personaggio è quindi un po' il motore trainante di tutta la saga che si snoda in maniera semplice e comprensibile, trascinando il giocatore in un turbinio di sangue, fuoco e follia.
[table="head"]head col1|head col2|head col3
row1 col1|row1 col2|row1 col3
row2 col1|row2 col2|row2 col3[/table]
"In origine ci fu il caos, la nostra vittoria portò ordine alla Terra, prosperità al genere umano ... " diciamo che Kratos non ha mai gradito (escluse le curve femminili) tutto ciò che è una spanna sopra la sua testa e lo guarda dall'alto verso il basso; quindi ha deciso di prendere l'ascensore più diretto per spaccare la testa al dolce Zeus, che dopo averlo tradito e ucciso, si troverà con le gambe tremanti sul cucuzzolo della sua montagna (comprensiva di neve alta così, gli scii non ci sono purtroppo) a incitare gli dei a coalizzarsi contro il "nero periglio che vien" dal piano di sotto, che agisce più furente che mai dopo aver scoperto di essere uscito dalle sottane di una delle vecchie fiamme del re degli dei. Infatti, il gioco inizia proprio sul dorso della buona e vecchia Gaia, che caritatevolmente aiuta il suo nipotino a limare lo spadone preso da Zeus (ogni riferimento sessuale è puramente casuale) sull'esile collo di quest'ultimo. Ben lungi dalla capacità di poter decorare le vette dell'Olimpo con i brandelli di carne del padre amato, Kratos precipita nell'Ade, luogo dal quale intraprenderà una lunga (11 ore 43 circa) ed epica (non sempre) ascesa che lo porterà allo scontro finale. Senza dirvi altro posso assicurarvi che la trama fa il suo dovere, il finale molto meno. Per alcuni potrebbe essere la profonda genialità degli autori, per gli altri (come me) l'ingenuo bisogno di inserire un colpo di scena nel finale che non fa altro che condurre allo scorrere dei titoli di coda con un rodere tale da voler buttare la PS3 fuori dalla finestra. Non attendetevi, infatti, idilliache visioni spettacolari nell'ultimo atto (che sicuramente molti avranno previsto correttamente, ma in maniera dieci volte più spettacolare), che si squaglia come un pezzo di burro nel deserto, senza lasciare traccia, mentre il finale del primo capitolo, ancora più scontato, era in grado di lasciare un marchio indelebile nel cuore che dice: sei diventato il dio della guerra. In effetti il vero difetto del finale non si cela dietro la profondità o meno del colpo di scena, comunque di rilevantissimo spessore per la saga e rivelatore di tutti quei punti sospetti presenti nei precedenti capitoli, ma alle spalle di una gestione dei tempi pessima (diciamo che 5 minuti forse non sono sufficienti ad illuminare tutte le ombre di una saga, non almeno come i Santa Monica ci hanno abituato con i precedenti capitoli) e una direzione artistica finale migliorabile, che tocca vette oniriche, tenendo però lontane la spettacolarità e l'epicità caratteristiche della saga. Il finale è infatti freddo, distante e incompleto. L'unica speranza (è proprio il caso di dirlo) è che il finale alternativo che verrà rilasciato sotto forma di DLC (gratuito), faccia luce sui molti dubbi lasciati dall'epilogo di God of War III e soprattutto che dia una conclusione degna di Kratos alla saga.
[table="head"]head col1|head col2|head col3
row1 col1|row1 col2|row1 col3
row2 col1|row2 col2|row2 col3[/table]
L'avventura di Kratos si snoda in una modalità storia nella quale vedremo il generale spartano utilizzare le sue lame per eliminare qualsiasi cosa che gli impedisca di spegnere la fiamma dell'Olimpo, generatrice del potere degli dei. Fra lui e la fiamma si frapporranno enormi schiere di nemici (fino a 50 avversari a schermo, se non di più) da affettare con armi, accessori e magie. Sebbene il sistema delle armi risulti quasi invariato rispetto ai capitoli precedenti (ora vi è la possibilità di scegliere l'arma utilizzando la crocetta direzionale, e quella di effettuare un "Devil Bringer" contro gli avversari), quello degli accessori e delle magie risulta incredibilmente rivoluzionato. Uccidendo i vari dei minori otterremo infatti diversi giocattoli (Sandali di Hermes, Arco di Apollo, Testa di Elio) che saranno attivabili combinando i tasti prima dediti all'utilizzo delle magie.Queste diventano subordinate alle armi, in quanto da esse totalmente dipendenti (e a parere personale sono realmente sottotono) nell'evoluzione e negli effetti prodotti. Dimenticatevi, però, la genialità della testa di Medusa o la potenza dell'Ira di Poseidone: le nuove magie sembrano essere state più inserite per apparire che per la loro vera utilità (l'unica realmente utile è quella relativa alle Lame dell'Esilio). Viceversa i gingilli che lo spartano porta con sè sono finalmente quasi tutti utili, appariscenti, eleganti e soprattutto interscambiabili: ad esempio si potrà iniziare uno scontro con i Cestus, per imbattersi in nemici agili e veloci ed essere costretti ad utilizzare le Fruste di Nemesi o gli Artigli di Ade. Per potenziare la barra della vita, della magia e degli accessori bisognerà cercare negli ampissimi livelli i soliti bauli contenenti occhi di gorgone, piume di fenice e corni di minotauro. Sembra, però, che questi ultimi siano stati posti in maniera casuale, poco curata: dimenticatevi le camere segrete e gli antri bui dove cercare l'ultimo baule che vi permetterà di raggiungere il massimo dei poteri, e ancora di più cancellate dalla memoria quel senso realistico che esplorare i livelli procurava, facendo pensare al giocatore di agire in un mondo vivo. Infatti è proprio questa una delle pecche più grandi del titolo Santa Monica: la linearità. Non che i capitoli precedenti avessero mai brillato sotto questo aspetto, ma l'abbondante presenza di aule segrete e nascondigli immergeva meglio il giocatore nel mondo brutale della mitologia grecia. God of War III appare infatti fittizio, uno spettacolo cinematografico girato magistralmente da grandi registi, eppure sembra che la strada sia sempre quella già tracciata dai Santa Monica: la libertà è stata quindi sacrificata in favore di un'epicità senza pari. Il giocatore non si sentirà più quindi fautore delle azioni di Kratos, ma semplice spettatore di un'ottimo film, sul quale non ha alcun controllo e può interagire solo ed unicamente per effettuare azioni ben delimitate. Altro motivo di questa minore immersività è l'eccessiva semplicità dei QTE: se prima Kratos, per dare una frustata ai Destrieri del Tempo richiedeva il gingillarsi del giocatore con la levetta analogica in maniera velocissima e precisa, ora basterà premere il tasto R1 per effettuare tutt'un movimento che avrebbe richiesto almeno due minuti di fatica, con relativa gratificazione. Infatti la spettacolarità dei QTE è ora elevatissima, ma molto meno immersiva: molte delle azioni compiute da Kratos sono automatiche e ci si sentirà ben poco partecipi delle crudeli fatality alle quali Kratos sottoporrà gli dei dell'Olimpo. Inoltre, il continuo sali-scendi, tra le varie camere che compongono l'Olimpo, non fanno altro che evidenziare o la pigrizia dei Santa Monica, che hanno preferito sprecarsi poco per realizzare più ambienti vari ed interessanti, o la coscenziosità di questi, che avendo un budget "limitato" e un tempo entro cui portare a termine un lavoro atteso dai fan come i bambini attendono Natale, hanno deciso di concentrare le loro capacità in poche, ma ispirate, ambientazioni (Oddio, quando i fan della saga si ritroveranno nell'Ade gli cadranno le braccia a terra).
[table="head"]head col1|head col2|head col3
row1 col1|row1 col2|row1 col3
row2 col1|row2 col2|row2 col3[/table]
Sebbene l'avventura di Kratos poggi le sue fondamenta su un comparto tecnologico solidissimo, il gameplay ci è parso non identico a quello dei precedenti capitoli, poichè di novità ce ne sono, ma non ci è parso nemmeno talmente innovativo da poter azzeccare un numero 3 davanti al titolo, soprattutto considerando che gli altri esponenti della saga hanno sempre trainato dietro di sè l'intero mondo action videoludico, portando la spettacolarità e la grafica a nuovi standard. A proposito di quest'ultima non c'è niente da dire: shader utilizzati correttamente, modellazione poligonale eccelsa, nemmeno l'ombra di aliasing, animazioni realistiche (tranne quella del salto, classico della saga) , personaggi caratterizzati, effetti particellari da paura, ambientazioni grandissime e cazzutissime ( e ancora meglio in movimento), buona parte delle Texture sono ottime (come sempre cadranno le braccia davanti ad alcune texture dell'Ade), niente Tearing o Pop-up, raramente qualche glitch e qualche compenetrazione, ma niente di chè (dopotutto la saga ci ha abituato a glitch ben peggiori). Dal punto di vista del sonoro la musica è eccelsa come sempre, anzi più di sempre, senza risultare invasiva, riesce a sottolineare correttamente i punti salienti della storia di Kratos, fornendo un po' di quell'epica genialità che sembrava perduta. Gli effetti sonori sono sempre ottimi, urla, gemiti, esplosioni e rumori vari sono riprodotti in maniera realistica. Tutt'altro discorso è per il doppiaggio, mani nei capelli o tappi nelle orecchie: il doppiatore di Kratos è tornato e farà strage di tutti gli uomini dell'Italia. Realmente pessimo e recitativamente molto inferiore rispetto alla controparte inglese. Fortunatamente è stata resa la possibilità di scegliere lingua e sottotitoli in maniera che chiunque possa selezionare il linguaggio che più gli aggrada. Il titolo ha una buona longevità, ci vorranno undici ore di sbudellamenti (lo sconsiglio per gli stomaci deboli) per riuscire a raggiungere lo scorrere dei titoli di coda. Non mi lamenterei vista la corposa quantità di extra lasciati dai Santa Monica (circa 2 ore di video), le Sette sfide dell'Olimpo, l'Arena e una quantità immensa di sbloccabili che stimolano il giocatore a riprendere ancora una volta il pad in mano (dopo il trauma post-finale ci vorrà qualche giorno per digerire l'immenso scivolone fatto dai Santa Monica per potersi di nuovo avvicinare alla PS3) e tornare a tagliare la testa (è il caso di dirlo) agli "DDei" dell'Olimpo.
[table="head"]head col1|head col2|head col3
row1 col1|row1 col2|row1 col3
row2 col1|row2 col2|row2 col3[/table]