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row2 col1|row2 col2|row2 col3[/table] Nel lontano Medioevo Visceral Games Dante, coraggioso crociato, ha macchiato la propria anima dei peccati più folli. Giunto ad Acri viene ferito mortalmente, ma invece di cadere tra le braccia del tristo mietitore, più coraceo di quanto la medicina moderna si possa aspettare, decide di strappargli gli arti con la sua stessa falce, che ha posto fine a tante vite. Non temete, non è un atto di pietà o di vendetta contro le vittime della nera incappucciata: Dante fa tutto questo per correre a Firenze dalla sua bambola (indovinate un po?) Beatrice e per dimostrarle il suo amore. Ma quando il diavolo ci mette le corna, oltre a quelle che Dante ha messo a Beatrice, fa proprio bene il proprio lavoro: conscio infatti del vacillante cuore di Dante, il quale aveva giurato fedeltà alla bella amata, il Demonio stringe un patto con la sopra citata cornuta a proposito della fedeltà del crociato chiedendo, in caso di vittoria, la sua stessa anima. Tornato alle dolci sponde dell'Arno il nasone fiorentino si ritrova la casa sottosopra e Beatrice rapita dal demonio in persona. Cercando di salvare l'anima dell'angelica bambola Dante si getterà tra i fiumi infernali, e tra un colpo di falce e uno di Croce si farà spazio tra le anime per trovare la sua amata. Premettendo che la trama parte con ottimi presupposti, sebbene non brillante per fantasia, ci possiamo dire assolutamente delusi nel suo sviluppo: Dante è un personaggio bidimensionale e banale, tutt'altro che carismatico e spesso sembra che il suo viaggio non abbia nemmeno una motivazione se non quella di affettare e giudicare (assurdo!) delle anime già dannate! Lucifero è allo stesso livello, tentando di mettere i bastoni tra le ruote al protagonista e di scappare dalla sua prigione eterna, strappa la Beatrice, sempre più scollata e prostituta, alla vista del beneamato trascinandola sempre più in basso, verso il girone dove è costretto a raffreddare le chiappe: il girone dei traditori. L'unico personaggio, a questo punto, a godere di una pur semplice evoluzione è Beatrice, la quale almeno ad ogni passaggio si leva di dosso un capo d'abbigliamento! Sebbene la storia, quindi, non si sviluppi come si deve, riesce almeno a trascinare il giocatore nell'inferno Visceral Game. Tra un video animato, qualche cut-scene, in un cocktail di dannazione, vendetta, peccato e perdono, si giungerà al finale tanto ridicolo che ci si chiederà perchè non hanno infilato anche l'invasione degli alieni o i Ghostbuster, visto che si trovavano.
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row2 col1|row2 col2|row2 col3[/table] La modalità storia di Dante's Inferno si snoda in una sequela di livelli fin troppo lienari ispirati alla lontana dalle parole dello stilnovista più celebre della storia. Una volta preso controllo del giocatore, infatti, ci si troverà in mano un omaccione pompato molto diverso dal nasone fiorentino a cui siamo abituati. Falce alla mano, inoltre, ci si rende conto che il gameplay segue in maniera pedissequa grandi capolavori del passato. Il caro Dante avrà un parco mosse sufficientemente ampio che si divide in colpi di falce, di croce, magie e prese. La falce di Dante, simile alle lame del Chaos più per utilizzo che per design, ha a propria disposizione i due tasti per gli attacchi leggeri e quelli pesanti, oltre ad avere la possibilità di combinare il tasto di parata a quelli delle varie mosse, in maniera analoga a quanto già visto in God of War. Il tasto cerchio è invece dedicato all'uso della croce, unica piccola poco originale novità, che affiancherà Dante nella sua lotta contro il Maligno rivelandosi spesso più utile della falce. La croce permette a Dante di colpire nemici distanti e vicini, scatenare potenti onde d'urto, accecare gli avversari e soprattutto assolvere le anime. Base del gameplay è infatti l'assoluzione o la dannazione di anime di per sè già dannate. Scegliere di accogliere i frutti dell'Empietà (dannazione) o della Redenzione (Assoluzione) permetterà al giocatore di personalizzare il proprio stile di combattimento in base alle scelte adottate. Sparse per i livelli ci saranno diversi nemici, ognuno condannabile o assolvibile utilizzando il tasto della presa e completando l'apposito minigioco; addirittura ci imbatteremo nei personaggi della Divina Commedia, che recitando in maniera pessima i versi più celebri del canto, sono pronti ad essere giudicati. In cambio si riceveranno le solite anime affiancate da punti Empietà/Redenzione. Sebbene il sistema si sviluppi in maniera interessante presto vi ritroverete a selezionare in maniera casuale i potenziamenti acquisiti, poichè nemmeno alla difficoltà più alta immediatamente disponibile, sarà utile scegliere un potenziamento al posto di un'altro. A proposito di inutilità giungono le Reliquie, le Monete di Giuda e le Pietre di Beatrice (tutte nascoste alla perfezione, se avete bisogno di una guida vi consiglio di andare da un buon oculista, potreste avere qualche problema) le quali servono a poco e a niente. Forniscono infatti minimi vantaggi che paiono quasi ridicole aggiunte, come la possibilità di schivare o meno un colpo, aumentare minimamente la quantità di punti che si ottengono salvando/dannando un'anima. Altro discorso è quello delle magie, che sebbene non brillino certo di genialità, riescono a rivelarsi utili nelle situazioni più concitate, portando a volte addirittura alla salvezza del giocatore. Non che ce ne sia molto bisogno, visto che anche a difficoltà Diabolica non si avranno grossi problemi ad avere ragione di ogni situazione: i nemici infatti hanno pattern di attacco assai limitati, subito evidenti e memorizzabili, capaci di annoiare rapidamente. Sarà per questo che poi si passa al girone dopo? Ebbene si, è proprio la struttura dantesca dell'inferno che sembra rovinare un titolo che comunque risulta piacevole: i livelli (gironi) non sono altro che aree piuttosto ristrette con qualche enigma ridicolo, nemici da affettare, il boss di turno da eliminare, altri nemici di affettare, qualche parete cavernosa lungo la quale scendere verso il baratro. Insomma niente di interessante e soprattutto niente di più noioso, soprattutto verso la fine. Se infatti durante le prime fasi di gioco il design dei livelli potrà compensare le gravissime carenze che affliggono l'architettura dei livelli, pian piano, verso il finale, passando per le Malebolgie ci ritroveremo ad attraversare aree tutte uguali nelle quali affettare nemici a destra e a manca privando di ogni senso la struttura gerarchica seguita per i primi livelli. Le fasi platform, inoltre, sono piuttosto tediose poichè non solo sanno di visto e rivisto, ma anche perchè sono tutte l'una identica all'altra, messe li giusto per far riposare un po' i pollici tra un'arena e l'altra. Unico momento realmente divertente, è quello in cui il giocatore si trova a faccia a faccia con i boss, quasi sempre divertenti da uccidere, ma anche troppo facili da battere. Infatti questi ultimi hanno pattern di attacchi limitati e ripetitivi, che vi costringeranno a ripetere un'azione più e più volte fino a quando la loro barra della salute non calerà a picco.
Alla fin dei conti Dante's Inferno è un titolo che copia pedissequamente il gameplay dalle grandi "star" del passato, senza nulla aggiungere. La formula funziona discretamente e il titolo nè innova nè stupisce, purtroppo sotto tutti i punti di vista.
Graficamente Dante's Inferno è un titolo al limite della sufficenza: pochi shader utilizzati alla nausea, un level design interessante che va pian piano scemando, poca varietà di nemici, bassa caratterizzazione di personaggi, modellazione poligonale sufficente, texture buone, animazioni buone, illuminazione pessima. La pigrizia del team si è rivelata anche sotto il punto di vista grafico: spesso le pareti lungo le quali vi arrampicherete saranno le stesse e identiche pareti lungo le quali vi siete già arrampicati non molto prima, solamente che ora siamo in un'altro girone, e per questo ci cambiamo il colore. Non parliamo poi dei dannati e dei nemici: 1 o 2 nemici caratteristici per girone, poi abusati in tutti gli altri dove non ci azzeccherebbero nulla. I modelli dei dannati sono tutti identici, e si distinguono solo dal pessimo doppiaggio e dalla descrizione riportata. Il design delle ambientazioni all'inizio è l'unica cosa che salva il titolo dal punto di vista grafico, ma alla fine anche quello viene meno. La noia corre subito grazie anche ad un'architettura dei livelli pessima (l'unico girone a nostro parere degno di essere lodato è quello degli avari, artisticamente curato e dettagliato, ricco di trappole e di sezioni platform, ma presenta limitazioni sopra descritte) supportata da un gameplay non proprio fresco di giornata.
Il sonoro fa il suo dovere, le musiche sono sempre adatte, i suoni, i gemiti di piacere (e di dolore) sono ben riprodotti senza mai stupire. Il doppiaggio è assolutamente uno dei peggiori mai sentiti nella storia videoludica: sentire la Divina Commedia straziata così non può far altro che ferire il pulsante cuore della letteratura italiana.
Il gioco dura circa 7-8 ore al massimo della difficoltà per quelli un po' smaliziati, per coloro che non hanno mai messo mano al genere si prospetta un'aumento di tre o quattro ore, ma niente di che. Una volta terminata la campagna principale si potrà anche accedere ad un'arena nella quale affettare nemici, ma non aspettatevi particolari sfide. Il sistema di controllo infatti è tutto fuorchè tecnico, quindi affettare nemici senza particolari obiettivi si renderà un pigia pigia di pulsanti senza capo nè coda.
Il gameplay prende i suoi ingredienti più buoni da altri titoli (non solo da God of War), amalgamandoli in malo modo con poche e innovative aggiunte. Il risultato è una torta senza sapore, un titolo da affittare per un Week-end e da buttar via. Tra qualche anno nessuno si ricorderà più di Dante's Inferno poichè il lavoro Visceral Games è stato troppo superficiale.
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row2 col1|row2 col2|row2 col3[/table] Nonostante si partisse da un'intuizione geniale il lavoro Visceral Games risulta noioso e ripetitivo. Non cerca di innovare o di evolvere alcuna meccanica presa da altri titoli di spicco, suggerendo un continuo deja vu di clichè del genere. Inoltre non si riveste nemmeno della spettacolarità, punto di forza di altre produzioni, che almeno avrebbe trattenuto il giocatore in maniera più immersiva e divertente: se non doveva essere l'Inferno di Dante almeno poteva essere un Action Game con le palle. Ci dispiace di questo buco nell'acqua, titolo senza caratteristiche peculiari, senza un'anima, sviluppato senza alcun interesse per l'utente finale, progettato con la superficialità con la quale una capra può leggere un manuale di latino.
Scusa ma la frase iniziale non è forse un po troppo HOT??
Comunque le recensioni o le guide o quel che sia se riuscite a salvarle altrove e poi postarle una volta terminate sarebbe meglio!
Rifletteteci: ma Dante, quello vero mica la fuffa di 'sto gioco, è il tizio che ha mandato all'Inferno più gente di tutti. Manco io negli ingorghi più assurdi sarei capace di tanto
With these final words, I pull the switch
We turn to dust
Dust to Dust
My name is like the kiss of death, then we embrace
We turn to dust
Quello con la voce più grave, mi pare. Perdonatemi ma i nomi difficilmente me li ricordo nel podcast. Le uniche due voci che riconosco sono quelle di Sasha Salvatore (se ho scritto bene) e quella di Pruscino.
Edit: dalle presentazione mi pare Dj Gruff, ma non mi vorrei sbagliare.
PS. Felice di vedere come una recensione susciti interesse a causa di una citazione invece che per il suo contenuto.
Ultima modifica di vodemort; 26-06-2010 alle 08:19
Quello con la voce più grave, mi pare. Perdonatemi ma i nomi difficilmente me li ricordo nel podcast. Le uniche due voci che riconosco sono quelle di Sasha Salvatore (se ho scritto bene) e quella di Pruscino.
Edit: dalle presentazione mi pare Dj Gruff, ma non mi vorrei sbagliare.
PS. Felice di vedere come una recensione susciti interesse a causa di una citazione invece che per il suo contenuto.
Vodyno perchè non fai un salto nel podcast?
Avrai la possibilità di insultare Pruscino on air!