Ghost of Tsushima

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[RECENSIONE] Ghost of Tsushima: Director’s Cut

JIN SAKAI SBARCA SU PS5 CON UNA NUOVA AVVENTURA

Apprezzato da pubblico e critica, Ghost of Tsushima è uno dei giochi più riusciti della passata stagione. Non c’è da stupirsi dunque che Sony abbia deciso, poco più di un anno dopo la release, di pubblicare nuovamente l’ultima esclusiva PlayStation 4 su PlayStation 5 con il nome Ghost of Tsushima: Director’s Cut, una versione riveduta e corretta del titolo originale tirata a lucido per sfruttare le potenzialità della console next gen e con al suo interno la nuova espansione “L’Isola di Iki”. Vale la pena tornare nel Giappone di fine 1200?

Non c’è tregua per Jin Sakai: il nostro samurai-spettro viene infatti a sapere che su Iki, una piccola isola al largo di Tsushima è in corso una nuova invasione mongola guidata dall’Aquila, una donna misteriosa in grado di plagiare la mente delle persone mediante l’utilizzo di strani intrugli. Una volta raggiunta la nuova ambientazione per aiutare e salvare la popolazione locale, il protagonista viene avvelenato dall’Aquila e questo evento scatenerà nella mente di Jin delle allucinazioni. Incessanti e a tratti angoscianti, queste visioni si ripercuoteranno per tutta la durata della storia principale dell’espansione e in alcuni frangenti dell’esplorazione della mappa; una  scelta, quella di Sucker Punch, che ci sentiamo di premiare in quanto ha permesso di approfondire maggiormente la personalità del samurai e di conoscere di più il suo passato tormentato e pieno di dolorosi sensi di colpa che riemergeranno di continuo e che dovranno essere affrontati e superati.

Affrontabile in qualsiasi momento dopo aver terminato il primo atto della campagna, la storia dell’espansione dell’Isola di Iki può essere completata in circa cinque ore, ma ve ne serviranno almeno il doppio se vorrete esplorarla nella sua interezza. Non mancheranno infatti missioni secondarie, nuovi santuari in cui addestrare animali, zone presidiate dai Mongoli da liberare, sfide con l’arco e dei combattimenti a punti in arena contro altri guerrieri, senza dimenticare nuovi equipaggiamenti e abilità.

Vasta pressappoco la metà della prima area del gioco base, Iki offre – come Tsushima – una direzione artistica da togliere il fiato che vi farà fermare più e più volte per immortalare il momento con il Photo Mode. Grazie alla potenza maggiorata di PlayStation 5, Ghost of Tsushima può ora vantare di effetti di post-processing (fumo, più particellari…) più realistici e, sebbene texture e profondità di campo non siano state ritoccate più di tanto, l’aumento della risoluzione a 4k garantisce un colpo d’occhio più gradevole; ad avere avuto un upgrade è anche la vegetazione con le foglie e, soprattutto, le vaste distese erbose che ora offrono una riflessione della luce migliore. I sessanta fotogrammi al secondo disponibili sia in modalità prestazioni (granitici), sia in modalità risoluzione (con qualche leggero calo nelle situazioni più concitate) rendono inoltre i combattimenti contro gli invasori Mongoli ancora più fluidi e avvincenti.

E a proposito di combat system: durante il nostro viaggio sull’Isola di Iki ci imbatteremo in una tipologia di nemici inedita – gli sciamani – che andranno abbattuti il prima possibile in quanto potenzieranno i nemici circostanti con il loro canto. Altra aggiunta interessante è quella di effettuare il lock on dei nostri avversari: tra le feature più richieste dai fan sin dal lancio, durante gli scontri potremo ora focalizzarci su un singolo guerriero ostile alla volta. Il risultato, tuttavia, non è dei più riusciti: se è vero che in caso di un paio di nemici a schermo funzioni tutto sommato bene con un leggero ampliamento dell’inquadratura, la situazione diventa molto più problematica e confusionaria quando avremo a che fare con un numero maggiore di avversari, specialmente negli spazi più ristretti.

Come era lecito aspettarsi, Sucker Punch è riuscita ad implementare a dovere le funzionalità del DualSense. Che sia a piedi oppure in groppa al nostro fido destriero, saremo in grado di avvertire il soffio del vento che ci indica la via per il nostro obiettivo, oppure percepire maggiormente i colpi inferti ai nemici con la katana, o la resistenza dei grilletti che si ha quando viene utilizzato il rampino. Insomma, si tratta di un aumento considerevole di immersione da parte del giocatore, resa ancora maggiore grazie all’implementazione di una feature graditissima, ovvero la sincronizzazione del movimento delle labbra dei personaggi con il doppiaggio in lingua giapponese. Conclude il pacchetto l’ormai immancabile supporto al SSD che rende i tempi di caricamento fulminei, praticamente inesistenti.

Con una componente artistica da togliere il fiato, oggi come un anno fa, Ghost of Tsushima è un’esclusiva PlayStation che vale la pena giocare. Impreziosito da un’ottima implementazione delle funzionalità del DualSense, Ghost of Tsushima: Director’s Cut per PS5 è la migliore versione del gioco disponibile sul mercato. Nonostante persistano i difetti strutturali dell’opera originale e il tanto richiesto sistema di lock on dei nemici funzioni a fasi alterne e non sia stato implementato proprio a dovere, l’espansione inedita “L’Isola di Iki” aggiunge un’ulteriore decina di ore gioco e ci permette di scavare più in profondità nella psiche tormentata e nel passato di Jin Sakai. L’avventura del samurai-spettro di Tsushima è ben lungi dall’essere conclusa.

Il Buono

  • La miglior versione di Ghost of Tsushima presente sul mercato
  • Atmosfera e direzione artistica eccellenti
  • L’espansione “L’Isola di Iki” aggiunge ulteriori ore di gioco
  • Livello di immersione maggiore grazie alle feature del DualSense e al lip-sync con il doppiaggio giapponese

Il Cattivo

  • Lock on dei nemici confusionario negli scontri con tanti avversari
8.5

Scritto da: Andrea "lordfener91" Dugoni

Laureato in Economia Europea, scrive News e Recensioni per passione e videogioca nei pochi momenti liberi. E’ un grandissimo amante del franchise di Star Wars (soprattutto di tutto ciò che riguarda l'Universo Espanso, Canon o Legends che sia) e si chiede se un giorno riuscirà mai a finire di leggere tutti gli innumerevoli romanzi e fumetti ambientati "tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana" usciti dagli anni ’70 ad oggi. Stalkeratelo sul Twitter: @lordfener91

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