[RECENSIONE] Rekoil: Liberator

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[RECENSIONE] Rekoil: Liberator

rekoil logoNew entry in una mischia molto affollata. 

Dopo un Takedown Red Sabre affossato da critica e pubblico, 505 Games ci riprova nel campo degli FPS, appoggiando i Plastic Piranha nella pubblicazione di Rekoil: Liberator, su PC e Xbox 360. Il genere è complicato, o meglio, emergere lo è. Difficilmente il gameplay si presta a nuovi espedienti per differenziarsi dalle produzioni retail (o comunque anche da FPS della stessa portata), specialmente se poi si punta un modello alla Counter Strike incentrando il titolo completamente sul multiplayer.

Rekoil cerca proprio di concentrarsi su un comparto multigiocatore immediato e frubile da tutti, fin dall’inizio. Niente armi ed equipaggiamento sbloccabile quindi, ma tutte e 5 le classi (Assault, Recon, Sniper, Heavy Gunner, Shotgunner) già al completo e personalizzabili senza limitazioni, possibilità che tuttavia si scontra subito con uno dei più grandi difetti del gioco: il bilanciamento. Fin dai primi minuti di gioco risulta evidente come la scelta delle armi non abbia veri e propri vantaggi e svantaggi su cui porre attenzione, con differenze che si sentono relativamente e la cui influenza è davvero poca cosa.

rekoil immagine 1

Oltre alle classi, potrete cambiare anche il personaggio con cui affronterete il multiplayer.

Se poi aggiungiamo il fatto che la maggior parte delle volte è più redditizio sparare senza utilizzare il mirino anche su medie-lunghe distanze, evitandosi quindi la figura dell’arma ad ingombrare mezzo schermo, da questo punto di vista la frittata è fatta. Certo, di base il gameplay resta quello di uno sparatutto come gli altri, quindi in grado comunque di fare il suo dovere e divertire senza problemi, ma l’impressione è che queste lacune potessero essere colmate con un po’ di lavoro in più.

Parlando di contenuti, in particolare mappe e modalità, Rekoil resta nella media e offre una discreta varietà. Le mappe sono una decina e, per un titolo di questa portata, convincono sia per la realizzazione, costituita principalmente da edifici, corridoi, tunnel e postazioni elevate, sia per le location, che vanno da una raffineria a una prigione, passando per luoghi come strade cittadine e spazi aperti. Le sette modalità a disposizione, seppur con nomi differenti, ricalcano quelle classiche che ormai da anni accompagnano ogni FPS sulla piazza, con i vari Deathmatch e Cattura la Valigietta (alias Cattura la Bandiera) a farla da padrone. Rekondito è forse la modalità che esce più di tutte fuori dalle righe, dove un giocatore si ritrova senza fucili e pistole, ma con il vantaggio del movimento accelerato e dell’invisibilità ogni qual volta immobile.

rekoil immagine 2

Purtroppo non c’è nessuna possibilità di salvare la propria classe in qualche slot. Prima di ogni partita dovrete selezionare nuovamente ogni arma ed equipaggiamento.

Gli altri due grandi problemi di Rekoil sono il matchmaking e il comparto grafico. Il primo, oltre a non permettere una scelta della modalità di gioco fin dai menu, limitandosi ad offrire una scelta tra due mappe e due modalità solo nella sala d’attesa, è afflitto da una questione indiretta ma fondamentale: la mancanza di giocatori. Da verificare la situazione sul fronte PC, ma quel che è certo è che la versione Xbox Live Arcade non ha attualmente un grande afflusso di pubblico. Inutile sottolineare che la longevità del gioco, già influenzata da un gameplay poco bilanciato, ne risente tantissimo. Forse le tante uccisioni necessarie per sbloccare gli obiettivi saranno l’unico incentivo nell’aspettare minuti e minuti nelle sale di attesa, o forse proprio per questo motivo i cacciatori di G ne staranno alla larga.

Tecnicamente Rekoil non convince in praticamente nessuna delle sue parti, con animazioni dei movimenti molto rigide e un livello poligonale certamente al di sotto delle aspettative. Se non altro, quanto meno durante le mie ore di gioco, non sono emersi bug che potessero minare l’esperienza di gioco. E nemmeno il comparto audio si salva, le cui campionature non sempre si rivelano uniformi e convincenti.

rekoil immagine 3

La fisica del lancio delle granate fa storcere il naso. Parabole che in altri FPS funzionerebbero, in Rekoil rischiano di farvi finire la granata a pochi metri di distanza.

Come dicevo, la mischia è affollata… E si trova certamente di meglio. Rekoil avrebbe comunque potuto ritagliarsi il suo spazio, ma i troppi aspetti superficiali (gameplay poco bilanciato e comparto tecnico in primis) condizionano tutto il titolo e il seguito di pubblico che potrà guadagnarsi, il vero punto critico per un FPS che si rivolge solo al multiplayer. Il prezzo intorno ai 15€ si rivela quindi sproporzionato rispetto a quanto offerto dai Plastic Piranha, nonostante la quantità di mappe e modalità presente in Rekoil potesse tranquillamente caratterizzare un titolo di questa fascia.

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  • Mappe e modalità

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  • Gameplay sbilanciato
  • Comparto tecnico
  • Pochi giocatori online

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Scritto da: Simone "nuggets619" Lenotti

Prima che la passione videoludica trovasse continuità ha vissuto quattro epoche diverse capitanate da Super Mario 64, Unreal Tournament, Pokemon (che le aziende di batterie stilo ringrazieranno a vita) e per finire Halo, del quale segue qualsiasi cosa e che ritiene uno degli universi di fantascienza più appassionanti di sempre. Ad oggi si ritiene un giocatore universale, ancora attaccato alle portatili Nintendo, oltre che particolarmente ferrato negli FPS e nella nobile arte dello stealth. Tra le console attuali, felice possessore di Switch e Xbox Series X.

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