Another Code: Recollection

[RECENSIONE] Another Code Recollection

another codeEro indeciso, sono rimasto indeciso. Another Code Two Memories, il capitolo per DS, credo che lo ricorderò sempre come uno dei giochi che più ho adocchiato sugli scaffali dei negozi, ma per il quale non ho mai affondato il colpo. Forse l’età, perché ai tempi della scuola anche 20 euro facevano la differenza, o forse proprio perché non sono mai riuscito ad inquadrarlo. Mi è sempre sembrata un’avventura che potesse essere interessante come storia, ma non altrettanto dal punto di vista ludico, e c’è da considerare che le visual novel non avevano ancora spopolato come oggi. Anzi, probabilmente ancora non avevo mai sentito il termine “visual novel”, la definizione di avventura grafica andava per la maggiore. E quindi quell’alone di mistero mi è sempre rimasto, ma ora che Nintendo ha deciso di riproporre i due capitoli della serie in un unico pacchetto, era proprio il caso di rimediare e dipanare finalmente tutti i dubbi che ho sempre avuto.

Il “problema” è che non credo di esserci riuscito, anche dopo questa full immersion mi rimane l’incertezza nel valutare questa Another Code Recollection. Qualcosa mi è piaciuto, qualcosa non mi è piaciuto. Ancora devo elaborare quale delle due parti ha la meglio sull’altra, si spera di arrivarci entro la fine della recensione, quel che è certo è che trovo una discreta controtendenza tra storia e gameplay. Facciamo una premessa: tratterò i due capitoli come se parlassimo di un solo gioco, perché le due storie funzionano benissimo così, l’una il proseguo dell’altra, ed è la stessa Nintendo che per questa Recollection ha accorpato Two Memories e R in un’unica avventura.

Il tutto si traduce in una questione di target: a chi è indirizzata questa serie? Perché ciò che credo abbiano voluto fare con la storia è molto interessante, ovvero il trattare argomenti decisamente importanti e maturi nei panni di una tredicenne prima, e sedicenne poi. Cercare di trasmettere certe tematiche ad un pubblico molto giovane è una cosa che ho apprezzato davvero tanto di questi due giochi, credo davvero fosse quello l’intento principale e anche se non mi ritengo in grado di dire se ci sono riusciti o meno, perché quegli anni ahimè li ho passati da un bel po’, sono convinto che abbiano fatto davvero un buon lavoro. Poi però penso al gameplay e lo trovo quanto di più banale possibile. Perché? Perché se la storia è rivolta ad un pubblico adolescenziale, il gameplay è quasi… infantile? È una scelta per allargare ulteriormente il pubblico (che però non credo arriverebbe a capire pienamente i temi della serie)? È una scelta per non togliere il focus dalla storia? Spero di no, perché durante il gioco accade comunque, fosse stato quello lo scopo conveniva dedicarsi totalmente alla parte da visual novel. Oppure è davvero il meglio che sono riusciti a studiare? Non so quale possa essere delle tre (o magari c’è qualcosa che non ho considerato), fatto sta che quest’ultima trovo che sia l’ipotesi peggiore.

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C’è poco da girarci intorno, il gameplay di Another Code è poca cosa. Il loop sta tutto nell’esplorare le location dei due capitoli e, ogni tanto, risolvere qualche banalissimo enigma di cui spesso si annusa la soluzione ancora prima di incontrarlo. Non esagero se dico che forse, dall’inizio alla fine, sono due o tre i puzzle degni di nota, e comunque sempre di medio livello. Se non altro entrambe le location esplorabili funzionano, per lo meno come struttura, poi credo che la villa di Two Memories guadagni decisamente punti in più in quanto a fascino, level design ed atmosfera. Per il resto, tra una passeggiata ed un enigma, non c’è altro che una serie di dialoghi, con doppiaggio, che vanno a definire quella che, come detto, è la portata principale di Another Code: la narrazione.

Non voglio entrare troppo nel dettaglio perché devo ammettere di aver trovato anche diverse sorprese e non vorrei rovinare certe scoperte, quel che posso dire è che il fulcro dell’avventura è il rapporto di Ashley (la protagonista) con suo padre, ed è da lì che poi si sviluppano diversi argomenti secondari. Conoscerete anche un altro paio di famiglie, i cui personaggi e storie daranno vita ad altre tematiche ancora. In generale si vanno a toccare lavoro, relazioni, morte e tanto altro. Cing, nota anche per gli Hotel Dusk e purtroppo fallita proprio dopo l’ultimo capitolo di quest’ultima serie, ha davvero centrato l’obiettivo lato storia. Non posso che ritenermi piacevolmente sopreso e soddisfatto da questo punto di vista.

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Ci siamo riusciti, nel corso della recensione abbiamo risolto tutti i dubbi. Non è vero. A me rimangono, ma spero che si sia capito quanto la storia di Another Code Recollection sia valida e quanto sia interessante che abbiano cercato di trattare tematiche così profonde nei panni di una adolescente. Se il voto è oltre la sufficienza è proprio per questo motivo, non è una cosa che si vede tutti i giorni e penso che vada premiata, ma va ribadito che non è il caso di farsi aspettative di gameplay altrimenti si rischia di rimanerne davvero bruciati e non godersi il piatto forte dell’avventura.

Il Buono

  • Storia e personaggi di ottimo livello
  • Le due location sono ben riuscite
  • Graficamente una buona riedizione

Il Cattivo

  • Enigmi banalissimi
  • Esplorazione molto spesso fine a sé stessa
7.5

Scritto da: Simone "nuggets619" Lenotti

Prima che la passione videoludica trovasse continuità ha vissuto quattro epoche diverse capitanate da Super Mario 64, Unreal Tournament, Pokemon (che le aziende di batterie stilo ringrazieranno a vita) e per finire Halo, del quale segue qualsiasi cosa e che ritiene uno degli universi di fantascienza più appassionanti di sempre. Ad oggi si ritiene un giocatore universale, ancora attaccato alle portatili Nintendo, oltre che particolarmente ferrato negli FPS e nella nobile arte dello stealth. Tra le console attuali, felice possessore di Switch e Xbox Series X.

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