Monster Hunter Wilds

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[RECENSIONE] MONSTER HUNTER WILDS

La saga di Monster Hunter è sempre in continua evoluzione. Lanciato per la prima volta da Capcom nel lontano 2004, il titolo è rimasto molto di nicchia per i videogiocatori del Sol Levante e gli otaku occidentali fino al 2017, quando il rivoluzionario Monster Hunter Worlds ha voluto scuotere le fondamenta del gioco per rendersi più accessibile al mercato occidentale, riuscendo pienamente nell’intento di rendersi fruibile ai novizi e ricevendo anche il plauso della critica. Da qui è nata, quindi, l’esigenza di Capcom di prendersi del tempo e migliorarsi per creare un titolo che fosse altrettanto all’altezza e che, anzi, superasse le aspettative. Pertanto, Monster Hunter Wilds, il primo titolo della saga che sfrutta il RE Engine, si propone come essere il naturale successore dell’ei fu Worlds.

Il plot è molto semplice. Un gruppo di esploratori, guidato dall’ex cacciatore Fabius, trova un ragazzino di nome Nata, ferito e privo di sensi e ferito che sostiene di provenire dalle Terre Proibite, una regione Vecchio Mondo inesplorata e rimasta isolata per oltre duemila anni. Nata sostiene inoltre che lui e il suo popolo, i Custodi, sono stati attaccati dallo “Spirito Bianco”, un mostro che si pensava estinto. Pertanto, dopo aver sentito ciò, Fabius convoca un cacciatore appena promosso e il suo compagno affinché svolgano il ruolo di guardiani di Nata e lo riaccompagnino a casa. A questi due si uniranno Alma, una responsabile della gilda, e Gemma, un’abile fabbro, formando l’Unità Avis. Partirà quindi il nostro viaggio che ci porterà ad esplorare nuovi insediamenti, nonché conoscere nuovi personaggi, flora, ma soprattutto fauna, vero fulcro del gioco.

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Tuttavia la storia è soltanto ciò che da inizio alla vera avventura. La si può considerare come una grande introduzione che ci poterà ad affrontare le cacce più ardue alla ricerca delle corone più ambite. Si, la formula del gioco non cambia: cooperare per cercare il mostro più grande (o più piccolo) è da sempre ciò che caratterizza la saga. Combatti, farma, droppa, rolla, ripeti. Una formula semplice, ma dannatamente vincente. Potrà anche sembrare ripetitiva, ma la vera forza di Monster Hunter Wilds risiede proprio nel riproporre sempre lo stesso ciclo fino allo sfinimento. Si, sono presenti sempre gli stessi tipi di armi. Si, dovremo sempre sperare di avere quell’oggetto raro che ci porterà a completare il set che tanto amiamo. Si, il parco mostri non subisce sostanziali variazioni. Ma non senza novità.

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Innanzitutto la possibilità di avere con sé una doppia arma. Una equipaggiata, l’altra a bordo del nostro Seiket, facilmente switchabile una volta cavalcato il fedele volatile. Il mondo è vivo intorno a noi e finalmente si percepisce una maggior immersività all’interno del mondo. Ambiente e clima influenzeranno i mostri, sia in termini di apparizione che di bonus/malus. Inoltre, sarà possibile innescare delle trappole ambientali e, in diversi momenti della battaglia, attivare la modalità precisione per colpire delle ferite del nemico che porteranno questo all’indebolimento. Spesso sarà possibile anche notare interazione tra i mostri, sia in termini di sinergia tra loro, cosa che aumenta il livello di sfida, sia sarà possibile sfruttare il conflitto tra specie diverse, assistendo spesso ad assalti spettacolari e a predatori prevaricare su altri. Molto interessanti sono anche le modifiche e le abilità che sarà possibile effettuare sulle armature, elemento quasi fondamentale nell’endgame, quando le cacce più dure saranno disponibili. Senza dimenticare che saranno, comunque, disponibili un gran numero di missioni secondarie, incarichi, nonché attività complementari, quali, ad esempio, la pesca.

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Passiamo quindi alla nota dolente di questo Monster Hunter Wilds: il comparto grafico. Anche in questo caso non ci sentiamo di criticare il lavoro di Capcom. Molti critici probabilmente o hanno memoria corta o si affacciano per la prima volta alla saga. Worlds, in termini di prestazioni, era ai limiti della giocabilità, con un livello di texture su console quasi old gen. Gli sviluppatori, invece, con Wilds, sfruttando il RE Engine, sono riusciti a fare due cose che sono sempre mancate al titolo: prima di tutto migliorare la risoluzione delle texture che a impatto limita molto quell’effetto pixelloso, ai limiti del retrò, che affliggeva i predecessori. E in secondo luogo, a livello di fotografia, hanno aumentato la profondità dell’immagine in modo tale da, a sua volta, migliorare l’immersività del personaggio all’interno dell’ambiente.

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Se da un lato si notano migliorie da un punto di vista visivo, dall’altro, anche la fluidità del Gameplay risulta enormemente migliorata. Anche in questo caso, quella legnosità delle azioni che viene percepita la possiamo dichiarare quasi come un marchio di fabbrica. Non vuole essere una giustificazione, ma, ancora una volta, il paragone con il suo predecessore non fa che pendere l’ago della bilancia enormemente a favore di Wilds. Il level design dei mostri è di tutto rispetto e per alcuni di essi il livello di sfida è anche abbastanza elevato: cooperare sarà fondamentale. Sul sonoro e la colonna sonora, c’è poco da discutere, siamo tra i top del genere.


Come sempre Capcom con la saga di Monster Hunter ci regala un titolo altamente divisivo. Wilds, per quanto si possa ritenere il sequel più fedele di Worlds, resta un’opera altamente di nicchia che vede nella cooperativa e nel looting i suoi punti di forza. Il team è riuscito a ricalcare i fasti del passato, rendendo molto più fluida la giocabilità e introducendo nuove meccaniche che sfizieranno i videogiocatori più esperti regalandogli tonnellate di ore di gioco. Chi cerca storie strabilianti, gameplay variegato e grafica di ultima generazione è meglio che ne stia alla larga. Mentre tutti i nuovi cacciatori sono i benvenuti. Monster Hunter Wilds funziona nella sua semplicità.

Il Buono

  • Monster Hunter in tutto il suo splendore
  • Formula vincente
  • Gameplay e grafica rinnovati
  • Longevità elevatissima

Il Cattivo

  • Titolo di nicchia
  • ... ma, per molti, può risultare ripetitiva
8.5

Scritto da: Christian Giordano

Christian Giordano è un geek proveniente dal tacco d'Italia, che vive per passioni e per passione e studia Medicina. Nato con il NES come cuscino, tra le bucoliche foreste di Zelda e gli interrogativi brick di Mario, è stato forgiato con due braccia e due pad per poter giocare, testare, vivere qualsiasi genere di avventura il mondo videoludico gli palesi sul vetro della sua console, portatile o non, dalla Nintendo alla Sony, con tutte le sfumature che il mercato propone. Cresciuto con il mito de Il Piccolo Grande Mago dei Videogames, è un giocatore eclettico e un collezionista che sa scovare in ogni angolo del globo anche il game meno idolatrato per gustarne e vagliarne le qualità di persona. Piacevoli distrazioni al suo lavoro sono il Calcio, la Musica e i Motori, nonché la sua musa ispiratrice con la sua somma pazienza.

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