Mortal Kombat 1

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[RECENSIONE] Mortal Kombat 1

Viviamo in un’era di reboot e remake ormai, bisogna farci il callo. Nulla di strano nel prendere una serie collaudata e premere il pulsante reset per togliersi lo sfizio di vedere cosa sarebbe successo se X o Y. Può questo discorso però avere senso nel caso di un beat em up come Mortal Kombat? Sì, se teniamo presente sia l’enfasi ormai da parecchi anni di concentrarsi su una trama raramente vista in un picchiaduro, sia il fatto che nel DLC di Mortal Kombat 11, Aftermath, il finale “buono” lasciava chiaramente intendere la presenza di un mondo alternativo in cui gli eventi della saga non erano mai avvenuti.

Questo primo-di-nome-ma-non-di-fatto capitolo parte da un presupposto molto semplice: Stessi personaggi, ma con aspetto, background e relazioni differenti. Così Scorpion e Sub-Zero sono fratelli, Raiden e Kung Lao due amici contadini che si ritrovano col leggero compito di salvare il mondo, Reptile è un rettile mutaforma e Baraka è un ricco mercante sfigurato da una brutta malattia. E’ un mix interessante, dove più che demoni e divinità abbiamo un universo fantasy con mondi e razze diverse.

La modalità storia non è soltanto realizzata egregiamente a livello di scrittura e dialoghi, decisamente sopra il livello medio del genere, ma è in grado di sorprendere da molti punti di vista. Coloro che non amano la vena semi-horror della serie potranno godere dell’enfasi sulle relazioni dei personaggi e le loro motivazioni, mentre i veterani saranno sorpresi nel vedere come i loro combattenti preferiti sono stati ricollocati in questo nuovo contesto. E il risultato è una campagna ben bilanciata tra filmati e combattimenti, con animazioni facciali eccezionali, dialoghi sensati (mi stupisco, sì) e transizioni fluide, senza nessun caricamento a rovinare l’atmosfera. Un’esperienza sorprendente dall’inizio alla fine, anche per coloro che normalmente non sono attratti dal focus competitivo del genere. Indubbiamente la migliore modalità storia di ogni Mortal Kombat e probabilmente di sempre in un picchiaduro.

Il resto delle modalità single player è però un po’ deludente se paragonato a quanto visto in passato. La modalità Invasione è una sorta di RPG da tavolo con sfide e quest varie, per sbloccare accessori e valuta in-game. E’ interessatne, ma sembra essere un po’ un remix di idee già viste in passato senza badare troppo alla coesione. Infastidisce la presenza di microtransazioni, ma sono almeno limitate ad accessori cosmetici. Il problema è che per sbloccare roba per anche solo un singolo personaggio è necessaria una quantità di grinding non indifferente, un peccato perché di per se le sfide uniche e i mini-giochi sono molto divertenti.

Ovviamente non possiamo parlare di un picchiaduro senza parlare delle novità a livello di gameplay. E da quel punto di vista, almeno, non possiamo parlare di un reboot. Poco è cambiato rispetto ai capitoli precedenti e i veterani saranno subito a loro agio. La vera novità è data dai combattenti Kameo, un’idea già vista in passato in altri picchiaduro. In parole povere, potrete scegliere un secondo personaggio e “chiamarlo” per qualche secondo a schermo per svincolarvi da situazioni pericolose o anche soltanto per fare extra danni ai vostri avversari.

Chiamare il vostro alleato richiedere la semplice pressione di un pulsante, ma è presente un cooldown per evitare di spammare aiuto come se non ci fosse un domani.

Selezionare la squadra giusta potrà aiutarvi a equilibrare le carenze del vostro personaggio principale, come per esempio la mancanza di attacchi a lungo raggio o in volo. I kameo riescono sia a introdurre nuovi aspetti di gameplay, che a soddisfare i fan di lunga data, includendo lottatori non giocabili in altre circostanze.

Quello che è cambiato meno è l’aspetto visivo della serie. Certo, l’atmosfera è più colorata e meno cupa, ma il modo in cui i personaggi si muovo è pressoché lo stesso. Gli eroi poligonali sono realizzati alla perfezione, ma hanno ancora un po’ di quelle animazioni legnose alla Mortal Kombat. Il risultato è fantastico da vedere staticamente, ma perde un certo chè in movimento. Più che un problema di animazioni, è il gameplay a creare quel senso di legnosità, con spesso diverse mosse che mal si legano tra loro.

Il livello di violenza è ovviamente altissimo se paragonato al prodotto di intrattenimento medio, ma, nonostante il realismo superiore dovuta alla maggiore qualità grafica, il cambio di tono lo rende in qualche modo cartoonesco invece di disturbante.

Le modalità online sono al momento limitate, con modalità ranked, unranked e king of the hill, ma altre arriveranno più in là, gratuitamente. Per quello che abbiamo potuto provare, il combattimento online è fluido e stabile, come ci si aspetta dai maestri di NetherRealm studios e ci si può fidare sul supporto futuro.

Mortal Kombat 1 è un ottimo beat’em up che finge di essere un reboot ma che, sotto sotto, è semplicemente un sequel con qualche aggiunta (e qualche rimozione). Alcune passi falsi (modalità Invasione e online limitato in primis) gli impediscono, almeno al lancio, di diventare il Mortal Kombat definitivo, ma i suoi punti forti lo rendono comunque degno di acquisto a prezzo pieno. La modalità storia fenomenale e le nuove meccaniche dimostrano ancora una volta l’abilità non indifferente di NetherRealms di rifinire e rinnovare la formula attraverso le generazioni. Un ottimo passo avanti, con un enorme potenziale per qualcosa di ancora più grande.

Recensione a cura di Sacha “Omeganex999” Morgese

Il Buono

  • Modalità storia di livello eccezionale
  • Il sistema Kameo funziona perfettamente
  • Comparto tecnico di qualità

Il Cattivo

  • Modaltà Invasione un po’ deludente
  • Poche modalità online al lancio
8

Scritto da: Andrea "lordfener91" Dugoni

Laureato in Economia Europea, scrive News e Recensioni per passione e videogioca nei pochi momenti liberi. E’ un grandissimo amante del franchise di Star Wars (soprattutto di tutto ciò che riguarda l'Universo Espanso, Canon o Legends che sia) e si chiede se un giorno riuscirà mai a finire di leggere tutti gli innumerevoli romanzi e fumetti ambientati "tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana" usciti dagli anni ’70 ad oggi. Stalkeratelo sul Twitter: @lordfener91

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