Resident Evil 4 remake

[RECENSIONE] Resident Evil 4 Remake

E’ dall’uscita del remake di RE2 che tra amici ci si chiedeva: ma ha senso un remake di RE4? D’altra parte il leggendario capitolo del 2005 lanciato inizialmente su Gamecube (tempi stranissimi) è già di per se una rivoluzione se paragonato ai precedenti. Focus sull’azione, videocamera dinamica in 3D, gran numero di nemici e arsenale e munizioni quasi illimitate. Da molti punti di vista, un prodotto molto più moderno dei precedenti, invecchiato tutto sommato bene. E allora, che senso ha? Una cosa è chiara: alla Capcom vedono oltre le semplici assunzioni di un gruppo di amici.

Resident Evil 4 è un remake più o meno fedele dell’originale, almeno a livello di storia e gameplay. Se nei remake precedenti l’idea di fondo era trasportare personaggi, storia e ambientazioni in un contesto che gode di 3 generazioni di esperienza, lo scopo questa volta doveva essere trasversale: svecchiare, certo, ma sempre restando nei limiti. Come spesso accade, le costrizioni in questo caso spingono la creatività oltre ogni limiti e il risultato è chiaro: questa rivisitazione migliora tutto ciò che l’originale aveva di buono e rimedia a qualunque punto negativo avesse. Resident Evil 4 è il nuovo standard per i remake.

Nei panni di Leon Kennedy, a pochi anni di distanza dagli eventi di Racoon City, vi ritroverete in una versione fittizia di un villaggio in Europa (probabilmente in Spagna) con lo scopo di salvare Ashley, la figlia del presidente degli Stati Unitii. Stessa storia, stesso posto, stessa congregazione di nemci infetti. Ma le differenze si notano sin dall’atto iniziale. Lì dove l’esplorazione iniziava nel pomeriggio, adesso è ormai sera. E lì dove il villaggio era messo lì per imparare le meccaniche iniziali, questa volta si fa subito sul serio.

RE4 espande il repertorio di Leon in diversi modi, ma le novità principali sono la possibilità di muoversi e mirare/sparare allo stesso momento e il poter utilizzare il coltello per difendersi. Queste meccaniche trovano bilanciamento nei nemici: veloci, aggressivi e incredibilmente forti. Nonostante la possibilità di muoversi e mirare, le abilità degli abitanti impossessati richiedono un continuo muoversi per evitare di essere circondati e afferrati. Nonostante ciò, il modo di affrontarli e lo stesso e sarà possibile colpirli alle gambe per fargli perdere l’equilibrio, proseguendo con un attacco melee, o mirare alla testa per fare più danni.
Il coltello è l’altra grande novità, in grado non solo di fare danni ma di parare e, con il giusto tempismo, destabilizzare i nemici e per effettuare esecuzioni silenziose. Tutte queste abilità però scalfiranno poco alla volta la lama che finirà inevitabilmente per rompersi e dovrà essere riparata.

Il coltello è utile anche per liberarsi dagli attacchi nemici, potendolo utilizzare come ultima difesa se afferrati da nemici o boss. E parlando di boss, anche questi sono stati rivisti e rimodernati per il 2023, riuscendo nella titanica impresa di essere al contempo familiari e originali.

A livello di Design, siamo di fronte a più di un semplice miglioramento. Resident Evil 4 è un gioco completamente nuovo, con aree ispirate all’originale ma estremamente diverse sia a livello di mappa che di realizzazione. Ed è una sensazione strana perché lasciando lavorare unicamente i ricordi è facile “ricordare” sezioni che, una volta analizzato il titolo del 2005 sono assolutamente diverse se non completamente assenti. Pura magia.

Ma più che la realizzazione tecnica e di design, è il tono generale ad essere in qualche modo rivoluzionario. L’avventura di Leon, nonostante l’apprezzamento della crtiica, è sempre stata vista come l’inizio della fine della serie come survival horror. Eppure questo rifacimento riesce nella folle missione di renderlo molto più spaventoso dell’originale, con diverse sezioni assolutamente terrificanti. Questo senza però perdere lo spirito e le battute da B movie. Un abbinamento insensato, almeno su carta, che funziona incredibilmente bene.

A spingere l’avventura è l’ormai leggendario RE Engine, il motore grafico proprietario di casa Capcom, che gioco dopo gioco dimostrra di essere uno degli engine più flessibili e performanti, a prescindere dalla piattaforma. Tutto, dagli effetti di luce ai modelli poligonali, aiuta a creare l’atmosfera terrificante nel quale il titolo eccelle, donandogli un ottimo bilanciamento tra realistico e horror/fantasy.
Lo stesso discorso vale per il comparto audio, con musiche atmosferiche e un doppiaggio eccellente, che aumenta il realismo senza perdere lo spirito dell’originale.

E guardare indietro, sembra adesso stupido pensare che un remake di RE4 sarebbe stato un fallimento. Il lavoro fatto da Capcom è una lettera d’amore non solo a questo capitolo in particolare, ma al genere stesso. Tutto è stato riscritto, ripensato e ricostruito nei minimi dettagli dove ogni singola novità è un’aggiunta rilevante e ogni cambiamento è per il meglio. Resident Evil 4 è miracolosamente un magico viaggio nella nostalgia e un survival horror moderno, un duplice spirito fuso in un capolavoro di design e gameplay adatto sia per gli amanti dell’originale che per i neofiti della serie. Un successo trionfante che demolisce qualunque aspettativa e dimostra che la serie è ancora in grado di reinventarsi dopo un quarto di secolo.

 

Recensione a cura di Sacha “Omeganex999” Morgese

Il Buono

  • Gameplay eccezionale
  • Personaggi e storia ben realizzati
  • Durata eccellente con tonnellate di extra
  • Atmosfera da brivido
  • Tutto ciò di positivo che RE4 ha sempre avuto

Il Cattivo

  • Difficoltà forse un po’ eccessiva in alcune sezioni
9.5

Scritto da: Andrea "lordfener91" Dugoni

Laureato in Economia Europea, scrive News e Recensioni per passione e videogioca nei pochi momenti liberi. E’ un grandissimo amante del franchise di Star Wars (soprattutto di tutto ciò che riguarda l'Universo Espanso, Canon o Legends che sia) e si chiede se un giorno riuscirà mai a finire di leggere tutti gli innumerevoli romanzi e fumetti ambientati "tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana" usciti dagli anni ’70 ad oggi. Stalkeratelo sul Twitter: @lordfener91

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