SILENT HILL 2 Remake

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[RECENSIONE] Silent Hill 2 Remake

Durante le 16 ore necessarie per la mia prima visita nella lugubre Silent Hill, ho avuto costantemente due domande in testa: Come sia riuscito, Bloober Team, a creare un lavoro di questo calibro nonostante la qualità non proprio entusiasmante dei suoi lavori precedenti? Ma soprattutto, come mai video giochi di questo calibro e con queste caratteristiche sono una rarità invece che la norma al giorno d’oggi? D’altra parte non sembrano esserci ostacoli né da un punto di vista tecnologico, né da quello creativo. Ma è bene concentrarsi sul perché queste domande invece che cercare risposte: Silent Hill 2 è un remake fantastico, che si traduce in un gioco fantastico.

Per i non iniziati, Silent Hill è una cittadina fittizia, nell’America rurale. Per James Sunderland, il protagonista, è un posto speciale, visitato in passato con sua moglie Mary, morta da 3 anni per un male incurabile. Sarebbe un normale ricordo se non fosse per una lettera, ricevuta a breve, nella quale Mary gli dice di essere tornata lì, nel loro “posto speciale”. Nonostante la sua incredulità, James, mosso dall’amore per la moglie, decide di andare a vedere cosa stia succedendo nella quieta cittadina.

Durante il suo viaggio, James scopre che Silent Hill è apparentemente deserta e avvolta da una fitta nebbia. Peggio ancora, in quella nebbia si nascondono mostri deformi che sembrano aspettarlo dietro ogni angolo per eliminarlo. Durante l’esplorazione, incontrerà diverse altre persone, ognuna richiamata dalla città per qualche motivo. Tra queste spicca una misteriosa donna di nome Maria che somiglia incredibilimente a Mary, ma con una personaltà completamente diversa. Durante la sua avventura, James si inoltrerà sempre più a fondo e dovrà affrontare ogni tipo di orrore nella speranza di ricongiungersi all’amata.

Da un punto di vista narrativo, questo remake è un salto di qualità rispetto all’originale. La città stessa è sempre stato il fattore più importante di ogni capitolo della serie e qui sembra viva, osservando ogni tua mossa e agendo per ostacolarti e punirti immediatamente ad ogni vostro errore. Che si tratti della nebbia, dello scenario logoro o delle creature demoniache, questa è senza dubbio la versione meglio progettata della città di Silent Hill di sempre. Il salto di qualità di ben 3 generazioni permette non solo di avere un dettaglio maggiore, ma anche di offrire un senso di scala completamente differente da quanto visto in passato. Il dettaglio è enorme.

Anche i personaggi che ritornano sono immensamente migliorati. Le loro interazioni sono quasi identiche alla sceneggiatura originale e i principali momenti narrativi si svolgono come prima. Alla Bloober Team hanno chiaramente deciso di rimanere fedeli in tutto e per tutto all’originale, evitando di sovrascrivere il pre-esistente, ma migliorando per dare risalto alla qualità vista nel titolo PS2. In particolare, spicca il lavoro fatto per le emozioni facciali e nel doppiaggio, che rendono i protagonisti di questo remake esponenzialmente più umani.La parte che mi sento di lodare è il lavoro fatto nel rendere le interazioni tra i personaggi molto più credibili. Tutto questo senza perdere quell’atmosfera a metà tra l’onirico e lo spaventoso che era diventata marchio di fabbrica del titolo del 2001, dovuta in parte a un modo di lavorare arcaico dove i doppiaggi erano fatti con poco contesto, in parte per attori non all’altezza della produzione.

Il gameplay, su quasi tutti i fronti, è un altro aspetto di Silent Hill 2 che ha subito miglioramenti significativi e necessari. I controlli rigidi, i movimenti lenti, l’uso delle armi, e il feedback difficile da leggere nelle interazioni di combattimento sono punti dolenti dell’originale che per anni hanno tenuto i giocatori più giovani alla larga. E’ vero che ci sono puristi che credono che parte del fascino dell’originale sia anche dovuto ai controlli macchinosi e vecchio stile, ma oggettivamente il lavoro fatto dalla Bloober è un salto in avanti non indifferente che rende l’esplorazione e il combattimento piacevoli senza perdere né la difficoltà, né gli elementi di paura e paranoia.

La telecamera dietro le spalle è ormai diventata la norma del genere, soprattutto grazie ai remake dei vari Resident Evil. E il motivo è semplice: Funziona perfettamente. La visuale è larga abbastanza da facilitare l’esplorazione, ma il posizionamento dietro le spalle di James aumenta il senso di claustrofobia e paranoia, dove il pericolo aspetta dietro ogni angolo. Non è perfetta, però, soprattutto quando James si ritrova in prossimità di una parete, ma è più un problema tecnico che di scelta stilistica.

Tutta l’innovazione in questi sistemi risulta in un combattimento che più che essere semplicemente migliorato è totalmente nuovo e incredibilmente efficace. James inizia con un asse chiodata per poi trovare diverse armi da fuoco. Il combattimento corpo a corpo è viscerale, l’impatto dei colpi si sente, sia quelli dati che quelli ricevuti. James può schivare gli attacchi nemici tramite la pressione di un pulsante, essenziale vista l’aggressività dei mostri, ma anche quest’ultimi saranno in grado di evitare i vostri colpi e contrattaccare. Dover leggere i movimenti nemici e il dover evitare di spammare l’attacco, unito alla tendenza dei mostri di aspettarvi di nascosto dietro l’angolo, rende l’esperienza un concentrato di tensione.

Anche le armi da fuoco sono estremamente soddisfacenti a livello di controllo e azione. I controlli moderni significano poter puntare un’arma con il grilletto sinistro e sparare con quello destro, senza perdere la possibilità di attaccare corpo a corpo. L’esperienza è molto simile a quanto visto nei remake di Resident Evil, ma vuoi per il fatto che i nemici sono veloci e poco prevedibili, vuoi per la tensione e per la scarsità di proiettili, fare fuoco indiscriminatamente significa ritrovarsi velocemente a secco. Allo stesso tempo, gli scontri, a fuoco o fisico che sia, sono parte portante dell’esperienza, in netto contrasto con il Silent Hill 2 originale dove era molto più sensato evitare gli scontri dove possibile.

Ma tutta questa attenzione sull’azione non significa che esplorazione ed enigmi siano passati in secondo piano. Al contrario, il Team Bloober ha fatto un lavoro brillante, espandendo il preesistente aggiungendo un numero enorme di frasi criptiche da interpretare, lucchetti da sbloccare e chiavi e risorse da combinare. Alcuni di questi, tra i più geniali, sfruttano l’ambiente per fornire indizi, rendendo l’osservazione di ogni metro di ambientazione parte fondamentale dell’esperienza.

Bisogna dirlo, tanto di cappello alla Bloober. Dopo aver giocato e finito alcuni dei loro titoli precedenti ero decisamente pronto ad essere deluso, confuso dalla scelta di Konami di scegliere proprio loro per un lavoro così importante. E invece sono stato sorpreso oltre ogni mia aspettativa. Non siamo di fronte a una copia del vecchio Silent Hill 2 con un ritocco visivo, ma un rifacimento completo che prende tutto ciò che l’originale aveva di buono e lo migliora e rifinisce, creando un prodotto nuovo, moderno, ma che mantiene lo stesso spirito. E’ incredibile, e ritorno alla mia domanda iniziale, perché giochi simili non vengono più prodotti? Paura di correre rischi? Forse. Ma viene da sperare nel successo di questo remake perché la mancanza di survival horror simili si sente ogni giorno di più. E ora sappiamo che il Team Bloober è grado di crearne di fantastici, allo stesso livello dei maestri del genere.

Recensione a cura di Sacha “Omeganex999” Morgese

Il Buono

  • Ambientazioni perfette
  • Stessa storia dell’originale, ma con miglioramenti ovunque
  • Comparto audio sbalorditivo
  • Combattimento soddisfacente come pochi
  • Esplorazione e puzzle originali e creativi

Il Cattivo

  • La telecamera non sempre fa ciò che dovrebbe
  • Nemici forse un po’ troppo aggressivi
9

Scritto da: Andrea "lordfener91" Dugoni

Laureato in Economia Europea, scrive News e Recensioni per passione e videogioca nei pochi momenti liberi. E’ un grandissimo amante del franchise di Star Wars (soprattutto di tutto ciò che riguarda l'Universo Espanso, Canon o Legends che sia) e si chiede se un giorno riuscirà mai a finire di leggere tutti gli innumerevoli romanzi e fumetti ambientati "tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana" usciti dagli anni ’70 ad oggi. Stalkeratelo sul Twitter: @lordfener91

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