Ricordo quando nel 2015, all’uscita di Until Dawn su PS4, un amico mi chiese delucidazioni sul tipo di gioco. La mia spiegazione, ai tempi, fu semplice: Hai presente quando guardi un film horror e i protagonisti si comportano in modo completamente insensato (“separiamoci!”, “vado a vedere che cos’è quel rumore”, “certo che puoi entrare, persona che è chiaramente un vampiro”) per poi essere fatti a pezzi da un serial killer? In Until Dawn puoi finalmente decidere di fargli fare la cosa giusta e vederli morire lo stesso. O non vederli morire, nel caso della versione giapponese giocata da me ai tempi, estremamente censurata. L’idea di fondo è un film horror sulla falsariga di Scream, Venerdì 13 e compagnia bella, dove le vostre scelte influenzano la storia e il finale. Un esperimento unico e incredibilmente riuscito, che alla Supermassive hanno tentato da allora di ricreare, per me senza successo.
Oltre alla storia e ai personaggi interessanti, a 9 anni di distanza è ancora un gioco che graficamente regge benissimo e, grazie alla retrocompatibilità, scorre molto più fluido di quanto lo era all’uscita. E in molti, anche in quest’epoca di remake e remasters senza fine, si sono chiesti il perché di un lavoro simile sin dall’annuncio. Come giustifica la sua esistenza questo rifacimento di Until Dawn?
Siamo chiari: questo remake di Until Dawn è un’ottima esperienza horror dall’inizio alla fine. Mantiene la storia, le scelte narrative e i QTE mozzafiato dell’originale, ma rinfresca il tutto con una nuova telecamera alle spalle del personaggio. Al posto delle inquadrature fisse dell’Until Dawn originale, che sembravano un omaggio ai classici giochi survival-horror, la telecamera è questa volta alle spalle del personaggio. Si tratta di una scelta stilistica forse divisiva, ma è anche vero che si ha un maggior senso di controllo che rende l’esperienza più immersiva.
Il tema centrale in Until Dawn è l’idea dell’ “effetto farfalla”, l’idea che una scelta apparentemente piccola e insignificante possa avere conseguenze molto più ampie e di vasta portata. È affascinante vedere questa teoria all’opera e osservare come la narrazione si sviluppi in base alle scelte fatte durante il gioco, portando a diverse conseguenze e finali.
Until Dawn è pieno di colpi di scena scioccanti che terranno i giocatori con il fiato sospeso. È meglio iniziare senza sapere nulla o quasi della storia, ma in sostanza si tratta di un gruppo di amici che soggiorna in uno chalet sciistico su una montagna isolata e viene improvvisamente sottoposto a ogni tipo di evento bizzarro e orribile. La storia è notevolmente arricchita dalle interpretazioni in Until Dawn, che sono fantastiche in tutto il cast. Star come Hayden Panettiere, Rami Malek e il resto del cast fanno sembrare Until Dawn un film horror di livello hollywoodiano.
Il remake di Until Dawn presenta sostanzialmente la stessa storia del gioco del 2015, ma con piccole modifiche qua e là. Tra i cambiamenti, ci sono un prologo ampliato, diversi filmati trasformati in sezioni interattive e un finale completamente nuovo che vale la pena sbloccare e vedere. Purtroppo, tutto ciò difficilmente giustifica il prezzo di 60 euro per un gioco che si può trovare facilmente a meno di un terzo del prezzo. Non c’è neppure la possibilità di un upgrade fatto come per giochi come The Last of Us II e Ghost of Tsushima: 60 euro. Prendere o lasciare.
Oltre alle novità menzionate in precedenza, sono presenti diversi nuovi totem da raccogliere esplorando Blackwood Mountain. I totem mostrano filmati che danno ai giocatori un’idea di come comportarsi in situazioni future per ottenere il miglior risultato possibile. In questo remake è stato aggiunto un elemento puzzle: i giocatori devono ora ruotarli e trovare il punto perfetto per attivare le loro premonizioni. Non c’è alcuna sfida, e nonostante la maggior interattività, sono poco più che una perdita di tempo.
I nuovi contenuti del remake di Until Dawn non sono sostanziali. Il vero punto di forza è la grafica, che lo porta dall’essere bello a impressionante. Ma la grafica dell’originale regge ancora bene e in tutta sincerità mi chiedo con quale logica si possa pensare che qualcuno voglia pagare il triplo per un’esperienza vagamente migliore. Detto ciò, Until Dawn del 2024 è visivamente straordinario, con modelli dei personaggi e ambienti estremamente dettagliati. Ci sono occasionalmente animazioni un po’ sconnesse (causa del motion capture di 9 anni prima), ma nel complesso il salto di qualità è innegabile.
Come giustificare questo remake, allora? Sinceramente, non ho una risposta a questa domanda. Una versione PC che fa piacere ma non sembrava particolarmente richiesta (almeno rispetto a un GT7 o Bloodborne)? Grafica migliorata? Tie-in per il film in uscita prevista per l’anno successivo? Sono tutti motivi sensati, ma non a 60 euro. Quindi come giudicare quest’ultima iterazione di Until Dawn? Sufficiente, senza dubbio, grazie alle sue qualità narrative e visive, ma non si può giustificare lo stesso prezzo della generazione precedente quando le aggiunte sono principalmente di facciata.
Recensione a cura di Sacha “Omeganex999” Morgese
Il Buono
- Upgrade visivo eccellente
- Un nuovo finale
- Esperienza ancora più immersiva
Il Cattivo
- Prezzo quasi pieno
- Poche differenze con l’originale