Un proiettile può cambiare il corso della storia
Sono passati due anni dall’ultima volta che ho imbracciato un fucile da cecchino in maniera seria. Finalmente dopo tanto tempo tornano sulla scena Rebellion e 505 Games, rispettivamente sviluppatore e publisher, con il nuovo capitolo di una grandissima saga: Sniper Elite 3. I talentuosi ragazzi britannici sono riusciti a migliorarsi nuovamente, creando così un titolo ancora più tattico, riflessivo, flessibile e fedele alla realtà rispetto alla media degli sparatutto odierni.
Negli studi milanesi di Halifax Italia (distributore del titolo), in compagnia di William e Annapina, abbiamo avuto l possibilità di giocare a una versione preview del titolo e di parlarne liberamente assieme a Chris Payton, head of art di Rebellion.
Il protagonista è ancora una volta l’agente OSS americano Karl Fairburne, un abile cecchino che mette la sua freddezza e le sue capacità al servizio degli alleati. Un balzo indietro di qualche anno rispetto al precedente capitolo ci porta a rivivere la Campagna d’Africa durante gli inizi della Seconda Guerra Mondiale, in cui le forze americane cercano di spodestare l’esercito nazi-fascista. La missione è quella di scoprire dove si trova la base nemica in cui i “crucchi” stanno progettando un’arma in grado di capovolgere le sorti del conflitto.
Complice la nuova ambientazione, i livelli adesso sono molto più grandi rispetto al passato e garantiscono al giocatore la possibilità di decidere con cura il modo in cui approcciarsi agli obiettivi, scegliere il percorso da fare e i nemici da eliminare durante l’avanzata. Lo studio della miglior strategia è alla base del gameplay di Sniper Elite 3: Osserva – Pianifica – Uccidi – Adattati.
La ricerca di aree in cui tendere imboscate, strumentazioni da manomettere in grado di coprire l’esplosione del nostro colpo, postazioni in cui cecchinare e zone oscure in cui mimetizzarsi sono alla base di questo titolo. Il binocolo risulta essere un elemento fondamentale per il nostro successo, taggare i nemici farà in modo di averli sempre sotto tiro e sapere i loro movimenti così da poterci adattare agli eventi. Ogni colpo sparato allarmerà gli Afrika Korps che inizieranno le ricerche nella zona in cui il proiettile è partito, quindi indietreggiare e cercare un altro punto strategico è sempre la soluzione migliore. Il tutto a schermo viene indicato con una illuminazione gialla di allerta o rossa di pericolo, in base a quanto siamo stati individuati. L’uso del nostro fucile non è sempre indispensabile, quando l’uccisione diventa obbligatoria per proseguire l’avanzata si può architettare un’imboscata tramite mine piazzate in punti strategici oppure kill di soppiatto tramite pistola silenziata o coltellata letale.
Quanto detto del gameplay lo abbiamo testato con mano in una sessione di circa due ore in cui abbiamo potuto provare i primi due livelli del gioco. Il primo funge da tutorial, che ci ha mostrato tutte le novità di un videogioco che si è riuscito a rafforzare in questi anni di studio. Se inizialmente le cose sono sembrate semplici tutto si è complicato con l’inizio del secondo stage. Qui la penombra la fa da padrona e la vasta area di gioco ci ha permesso di studiare bene la tattica per arrivare ad uccidere i nostri obiettivi. Una serie di soldati italiani e tedeschi ci separa dall’ufficiale da uccidere a cui dobbiamo sottrarre dei documenti. Binocolo alla mano e tanta strategia ci hanno portato a trovare le varie posizioni in cui cecchinare, le strumentazioni da manomettere così da riuscire a coprire lo sparo del nostro fucile e sopratutto le varie imboscate che ci hanno permesso di uccidere più nemici nello stesso momento. Karl vanta un armamentario non indifferente: fucile da cecchino, pistola silenziata e un arma secondaria sono accompagnate dalle varie mine e bombe da lancio che all’occorrenza risultano sempre essere utili ed efficaci; a dare quel tocco di strategia in più sono stati aggiunti i più classici kit medici, un sasso con cui distrarre i nemici e una “fiamma” con cui creare un falò per attirarli in una determinata posizione. Arrivare alla fine di questo atto non è stato semplice, anche al livello di difficoltà intermedio le cose si sono complicate e la morte mi ha accompagnato numerose volte. La frustrazione al momento prende il sopravvento, ma con un bel respiro e svuotando la mente gli obiettivi primari e secondari sono stati portati a termine con successo…tutti o quasi…
Finite le missioni della campagna ci viene mostrato un assaggio della modalità Osservazione. Preso possesso del cecchino vengo accompagnato da un soldato munito di mitra e binocolo con lo scopo di taggare i nemici da uccidere. Una modalità molto tattica in cui la collaborazione con il proprio compagno è la priorità assoluta. Il minimo errore rischia di renderci visibili al nemico e l’assalto da parte dei soldati porterebbe sicuramente alla morte. Anche qui l’obiettivo è uno, ed il modus operandi lo dobbiamo scegliere noi. La via più semplice o la scelta di eliminare i nemici o semplicemente aggirarli la dobbiamo prendere noi. Collaborazione e intesa sono alla base di questa modalità.
Se la prova mi ha entusiasmato, la presentazione da parte di Chris Payton – head of art di Rebellion – ha procurato l’aumento vertiginoso del mio hype. L’ambientazione è stato uno dei punti sul quale ci siamo soffermati maggiormente. La Campagna d’Africa, non sempre trattata come meriterebbe, ha consentito al team di sviluppo di creare un gioco basato sull’esplorazione e sullo studio del territorio. A differenza degli spazi bui di una Stalingrado sotto assedio o di una città distrutta dalla guerra, in cui potersi nascondere tra le macerie dei palazzi per sfuggire dai nemici, qui il sole e le distese infinite di terra la fanno da padrona. Lo Scirocco accompagnerà le nostre azioni, in quella che sembra essere una avventura da studiare nei minimi dettagli per non fare una brutta fine sin dagli inizi del gioco.
Se la storia in singolo giocatore ci porterà via moltissime ore di gioco, altrettanto lo faranno le tre modalità di gioco cooperative:
Campagna, rivivi la stessa avventura assieme ad un altro cecchino;
Osservazione: missioni aggiuntive in cui è presente un soldato con mitra e binocolo che ha lo scopo di marcare i nemici, e un cecchino con il compito di uccidere;
Sopravvivenza: la più classica modalità orda già vista in passato.
Se quello che ci importa maggiormente sono le sfide competitive tra cecchini, Rebellion ce ne offre ben cinque in grado di intrattenerci: dal più classico tutti contro tutti, passando per il deathmatch a squadre, fino ad arrivare a modalità più elaborate come Re della distanza e Senza contatto, in cui le nostre capacità balistiche vengono davvero messe alla prova. Non manca all’appello un sistema di sbloccaggio in grado di darci la possibilità di personalizzare il nostro armamentario grazie ai punti esperienza guadagnati sul campo di battaglia.
Da un punto di vista puramente tecnico abbiamo di fronte un buon titolo che si colloca perfettamente tra la nuova generazione di videogiochi e quella passata. Abbiamo effettuato la nostra prova su di una playstation 4 e i 60 fps e i 1080p sono stati garantiti. Le illuminazioni ben studiate e sviluppate danno vita a paesaggi mozzafiato che sfruttano alla perfezione la location scelta. A garantire l’elevato colpo d’occhio ci pensano le killcam, studiate nuovamente per spettacolarizzare ancora di più ogni uccisione perfetta. Lo slow motion del proiettile che squarcia le membra del nostro avversario non ci stanca mai. L’aggiunta del sistema di danneggiamento multi-fase negli oggetti fissi e mobili, come cisterne e camion, aggiunge quel tatticismo che ci voleva, in grado di farci guadagnare un’ottima multikill con delle esplosioni pirotecniche.
Il livello di sfida risulta essere elevato, senza contare ovviamente che alle difficoltà maggiori bisogna calcolare non solo la distanza che ci separa dal nostro obiettivo ma anche il respiro e il vento, che danno quel tocco di simulazione in più al titolo. L’intelligenza artificiale non risulta essere particolarmente impegnativa fino a quando non verremo scoperti, da quel momento in poi scappare risulterà piuttosto complicato…
Un videogioco tanto simulativo da farci immedesimare in un vero cecchino. Sniper Elite 3 sembra in grado di innalzare il livello qualitativo del precedente capitolo, non solo migliorando dal punto di vista tecnico ma grazie anche a una nuova ambientazione molto azzeccata. Gli enormi spazi presenti in questa location hanno dato vita ad uno studio certosino dell’approccio alle sfide, rendendole più aperte e ricche di tatticismo. Se a tutto questo ci aggiungiamo le modalità cooperative e competitive ancora da scoprire possiamo affermare con certezza che il livello di attesa è molto alto e che questa prima prova ci fa davvero ben sperare. In attesa della recensione finale, vi ricordiamo che il titolo uscirà il 27 giugno per PS4, XBOX ONE, PS3, XBOX 360 e in digital download per PC.
Urlare Headshot non è mai stato così gratificante..